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Il flash mob dei medici per la salute dei campani

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Centinaia di scatti da tutta la regione nell'iniziativa Anaao per chiedere al Governo la nomina di un commissario

Da ogni ospedale, presidio medico e ambulatorio della Campania sono partiti ieri centinaia di scatti. Fotografie tutte diverse ma con un unico soggetto, camici bianchi con le braccia incrociate in posizione di attesa. Il flash mob organizzato ieri dall’Anaao Assomed (principale sindacato della dirigenza medica) è l’istantanea della rabbia e dell’indignazione di un’intera categoria medica.
La contestazione è rivolta al Presidente del consiglio Paolo Gentiloni e alla ministra Beatrice Lorenzin, rei di «disinteressarsi del tutto della nomina di un nuovo commissario per la sanità campana». Di qui l’idea di Brno Zuccarelli, leader regionale dell’Anaao, di chiamare simbolicamente a raccolta tutti gli iscritti. Di chiedere loro di manifestare in uno scatto il disappunto che quell’immobilismo che già nel 2015 costò alla nostra regione 6 medi di «mancata gestione delle istanze di salute dei cittadini», dice Zuccarelli.
La scelta di una protesta molto simbolica, spiega Zuccarelli, è legata al nostro senso di responsabilità. «Protestiamo per la salute dei cittadini, uno sciopero avrebbe creato disagi».
Così i medici campani hanno scelto di far rumore con il silenzio, di rendere assordante una protesta che si è realizzata senza che in alcun modo potesse incidere sulla sofferenza dei pazienti. «Questo – continua Zuccarelli – stato il nostro modo per ricordarle a chi ci governa che la Campania esiste e che le strategie politiche non possono e non devono mettere a rischio l’assistenza ai cittadini. Eppure questo immobilismo della politica ci costringe a perdere terreno rispetto ai Livelli essenziali di assistenza. Le liste d’attesa si allungano, i servizi ai cittadini si riducono sempre più e aumenta la migrazione sanitaria, i cosiddetti viaggi della speranza. Anche se sarebbe più giusto chiamarli “viaggi della disperazione”».
A sorprendere della situazione Campana sono i tempi con i quali da Roma vengono disposte le decisioni, tanto che per il sindacato «agli occhi della politica la nostra regione non è un problema, semplicemente non esiste». Per i camici bianchi è però arrivato il momento di dire basta. E provocatoriamente si rivolgono al ministro Beatrice Lorenzin con il classico «se ci sei, batti un colpo». Rivolto al governo, Zuccarelli chiede fatti. «Alle chiacchiere – conclude – è bene che talvolta seguano i fatti. E’ facile riempirsi la bocca di luoghi comuni. Andiamo a vedere i fatti, i conti, i fondi elargiti e i criteri con i quali questi soldi ogni anno vengono assegnati. E poi sediamoci ad un tavolo e vediamo veramente chi vale e quanto. La sanità campana, anzi, la salute dei cittadini campani, merita che da Roma ci si prenda la briga di decidere. Anche perché la politica dev’essere al servizio dei cittadini, non il contrario. Una politica che non decide è una politica che non serve. Qualcuno direbbe che è una politica da rottamare».

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