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Micro robot e genetica: ecco la medicina del futuro

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La medicina del futuro punta su robot chirurgici sempre più piccoli e capaci di operare con maggiore precisione, ma anche di predire e prevenire le malattie. Si tratta di tecnologie e strumenti traslazionali in grado di rilevare e analizzare la risposta individuale ai farmaci. Così anche i biomarcatori genetici ed epigenetici sono in grado di migliorare l’appropriatezza in campo diagnostico e terapeutico.
Viene definita come la medicina delle “5 P”, perché è capace di riscrivere la battaglia contro le malattie. “P” come di Precisione, ma anche Predittiva, Personalizzata, Preventiva e Partecipativa.

Di innovazione e nuovi traguardi per la salute dell’uomo si è parlato all’annuale Giornata della Ricerca dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, quest’anno dedicata a ‘Innovazione e Tecnologia per la salute umana’. Ad aprire lo sguardo sui progressi mondiali della medicina di precisione sono stati due scienziati nel campo della robotica e della farmacologia: Garret A. FitzGerald, Professore di Medicina Traslazionale presso la Perelman School of Medicine, Università della Pennsylvania, in Usa, nonché Chief Scientific Advisor di Science Translational Medicine, e Guang-Zhong Yang, fondatore ed editor della rivista Science Robotics, come pure direttore e co-fondatore dell’Hamlyn Centre for Robotic Surgery presso l’Imperial College di Londra.
“La robotica chirurgica, in questi 25 anni, si è evoluta da ricerca di nicchia ad area di maggior sviluppo nell’ambito dell’ingegneria medica, tanto che nel 2020 si prevede un investimento nel campo dei robot chirurgici e diagnostici di 17,9 miliardi di dollari, con un tasso annuo di crescita del 13 per cento”, ha spiegato Guang-Zhong Yang, secondo cui “il successo commerciale dei primi robot chirurgici ha ispirato nuovi dispositivi più piccoli, sicuri ed intelligenti, che puntano ad esplorare con sempre maggiore precisione il corpo umano per predire e prevenire le malattie”. “Ormai – ha proseguito Yang – si progettano robot con braccia dal diametro di un capello, capaci di vedere dentro e sotto gli organi, in grado di esaminare cellule senza più bisogno di biopsie, in modo da ottenere diagnosi sempre più precoci”. “Il trend del futuro – ha concluso – è quello di robot in scala nanoscopica, specializzati su singole tipologie di intervento e che iniziano a prendere decisioni, magari reagendo ai comandi solo visivi del chirurgo, che però non potrà essere sostituito“.
Nonostante qualche resistenza e i costi non indifferenti, attualmente in Italia sono operativi circa 90 robot chirurgici.
Dal 1999 ad oggi sono stati operati oltre 70mila pazienti e i numeri sono in continua crescita. Il limite più importante, è l’alto costo dell’apparecchiatura, che si attesta tra i 2 e i 3 milioni di euro, cui si deve aggiungere la spesa annuale di manutenzione, circa 100mila euro.

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