Medicina estetica

Denti bianchi, ecco cosa dicono i dentisti

La Cantante è testimonial di un famoso prodotto per denti bianchi
La Cantante è testimonial di un famoso prodotto per denti bianchi

Denti bianchi per un sorriso perfetto. Nella società dell’immagine il dictat è questo, anche se poi per arrivarci serve l’aiutino. E che un sorriso bianchissimo sia in cima ai desideri degli italiani, in alcuni casi l’unico motivo che li spinge volentieri dal dentista, lo dice anche un recente studio  pubblicato sull’Italian Dental Journal. Dati diffusi dall’Accademia Italiana di Odontoiatria, Conservativa e Restaurativa (AIC), in occasione del recente congresso Internazionale CONSEURO.

Belli in vista dell’estate

Ogni anno in Italia, secondo questo studio, soprattutto in vista dell’estate, 120mila persone si sottopongono a trattamenti nello studio dentistico o a casa sotto il controllo dell’odontoiatra. Ormai un terzo di tutti gli interventi odontoiatrici estetici è realizzato dal professionista per eliminare macchie o sbiancare i denti. Le procedure costano in media 250/300 euro e il mercato sfiora i 30 milioni, in costante crescita del 15% ogni anno. Almeno un italiano su due ha utilizzato dentifrici, gel, collutori, mascherine o altri schiarenti «fai da te», per un giro d’affari che si stima superi il miliardo di euro. Prodotti sicuri perché per legge (direttiva EU 84/2011) quelli da banco non possono contenere più dello 0.1% di perossido di idrogeno mentre quelli  ad uso professionale non possono superare il 6%.

Attenti al pH

Occorre però fare attenzione al grado di acidità della sostanza utilizzata, che per non  danneggiare lo smalto dovrebbe essere neutro o basico. Infatti dai dati  discussi per la prima volta al congresso, relativi a sperimentazioni condotte su denti estratti sottoposti a sbiancamento con gel a pH variabili da 4 a 5,5,  è stato possibile evidenziare danni a carico dello smalto. Invece negli sbiancanti disponibili spesso il pH varia da 4 a 11, perché la direttiva ISO 28399/2011 consente una soglia minima superiore a 4. «Con l’età – dice –Stefano Patroni, presidente AIC – i denti si macchiano e ingialliscono a causa del consumo dello smalto e dell’azione colorante del fumo e dei cibi. Fra questi soprattutto, caffè e tè (quello verde meno), vino rosso, bevande gassate, succhi di frutta scuri, frutti di bosco (mirtilli e more mentre le fragole no), aceto balsamico e pomodoro. Anche alcuni antibiotici, come le tetracicline, se usate in gravidanza e nei primi anni di vita, possono macchiare i denti. I denti macchiati o gialli invecchiano il volto e negli ultimi anni avere un bel sorriso, con una dentatura chiara, luminosa e armonica, è divenuto un desiderio sempre più diffuso. A fronte di ciò c’è poca consapevolezza su che cosa siano realmente le procedure di sbiancamento, su come affrontarle e come si differenzino dai trattamenti schiarenti “fai da te”. Questi ultimi si limitano a rimuovere la patina superficiale che ricopre od offusca i denti mentre il processo di sbiancamento in studio o a casa, con la supervisione del dentista, ossigena il dente, con penetrazione e scambio di molecole di perossido di idrogeno che generano la colorazione bianca.

Divieto ai minorenni

Agli addetti ai lavori va invece un avvertimento: attenzione alle richieste dei minorenni, perché la legge vieta di intervenire sui minori di 18 anni, fatta eccezione per particolari situazioni cliniche. (direttiva EU 84/2011). Al di là di questo, un consiglio vale su tutti. È sempre opportuno che lo sbiancamento sia eseguito sotto il controllo di un professionista: alcuni trattamenti possono essere condotti in parte a casa, ma sempre seguendo le indicazioni del dentista che deve monitorare l’andamento dell’intervento. Solo così si possono ottenere risultati ottimali in tutta sicurezza, per denti più bianchi ma soprattutto sani e con un aspetto naturale.

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