Alimentazione

Malattie renali, una campagna per ridurre l'uso del sodio

Malattie renali

Sono due, uno rosso e l’altro verde, il primo compie sempre scelte giuste, il secondo quelle sbagliate. Hanno una forma inequivocabile, quella di due piccoli reni. Sono i Kidneys (reni in inglese) , i protagonisti della nuova campagna di comunicazione targata ANDID (Associazione Nazionale Dietisti) e Aned (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) lanciata in occasione dei Giochi Nazionali per trapiantati e dializzati svoltisi pochi giorni fa a Brà. L’obiettivo è chiaro: aumentare la consapevolezza rispetto al consumo del sale, per coloro che affrontano la malattia renale.

Il ruolo del sodio

«L’iniziativa – spiega Giuseppe Vanacore, Presidente Aned – è parte di un progetto condiviso con Andid che ha l’obiettivo di affrontare, in una chiave semplice e diretta, alcuni argomenti fondamentali per i pazienti che convivono con la malattia renale. Abbiamo iniziato con il consumo di sodio perché interessa tutti i pazienti, sia che stiano affrontando una terapia conservativa, sostitutiva con dialisi oppure siano prossimi ad un trapianto». Ma perché la quantità di sodio che si assume è così importante per le persone che affrontano la malattia renale? Quando mangiamo, il rene sano elimina il sodio in eccesso mentre nella persona con insufficienza renale cronica il rene malato non è in grado di garantire il corretto equilibrio. La ritenzione di sodio porta all’aumento della pressione arteriosa che è un fattore di peggioramento della malattia renale.

Diete equilibrate

«Meno sale è meglio!» è il claim della campagna di comunicazione e le kidneys card intendono raccontare quali sono le possibili “strategie di gioco” per ridurre il consumo di sale e fare scacco alla malattia renale, attraverso utili e pratici consigli e buone pratiche di consumo. La campagna di comunicazione viaggerà sul web. Le card sono scaricabili gratuitamente on line dal sito Aned e dal sito Andid. Da alcuni anni, l’Associazione sta puntando molto sulla comunicazione e su nuove modalità per orientare le scelte di consumo. Siamo tutti stanchi di divieti e proibizioni, ma abbiamo bisogno di strade alternative e sostenibili per praticare ogni giorno scelte consapevoli che ci consentano di vivere meglio. La collaborazione con Aned intende essere un primo passo verso progettualità condivise e continuative dedicate a chi affronta la malattia renale. Le prossime kidneys card saranno dedicate al potassio e al fosforo, proseguiremo il ciclo con un approfondimento sui liquidi ”, precisa Ersilia Troiano, Presidente Andid.

Spezie e aromi

Il problema della riduzione di sale è naturalmente collegato al timore di perdere il gusto delle pietanze. Ma l’uso di spezie e di erbe aromatiche ci viene in soccorso – rivela Franca Pasticci, curatrice del progetto – garantendo gusto e sapore anche in assenza di sale. Quanto ne dovremmo consumare, lo dice chiaramente l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) che indica, anche per la popolazione sana, il tetto massimo di 5 grammi di sale al giorno, pari a un cucchiaino da caffè. Ma il vero problema è il sale nascosto. Più della metà del sale che mangiamo è contenuto negli alimenti che acquistiamo già pronti al consumo. La migliore strategia da adottare è acquistare alimenti freschi e cucinarli in casa, controllando i condimenti che usiamo. Se invece comperiamo alimenti pronti è necessario bilanciare nel pasto ed evitare di aggiungerlo in altri cibi. Dobbiamo poi ricordare che il sale è usato come conservante, per esempio nei salumi e nei formaggi; per questo è consigliabile mangiare non più di uno, due volte a settimana gli affettati e prediligere formaggi freschi. Infine, quando acquistiamo alimenti pronti, è importante leggere le etichette e scegliere alimenti che contengano meno di 0,03 g di sale ogni 100 g».

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