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Giovani oggi, tra Dca, chirurgia, modelli social e cyberbullismo

Adolescenti oggi, tra Dca, chirurgia, modelli social e cyberbullismo
Bikini bridge - Social moda

Il rapporto con il proprio corpo e con il cibo in adolescenza è connesso dal punto di vista psicologico e fisico. Attraverso il corpo vengono espressi i propri vissuti interiori e i disagi emotivi (così nascono i dca). Il 32% degli adolescenti ha ridotto drasticamente il cibo con l’intento di dimagrire. Il 50% dichiara di aver avuto episodi in cui si è abbuffato intenzionalmente di cibo fino a stare male e il 32% ha provato disgusto verso se stesso, depressione e senso di colpa dopo essersi abbuffato. I disturbi alimentari (dca) possono anche non portare ad un drastico calo o incremento di peso, per cui per i genitori diventa difficile accorgersi dei problemi del figlio. Il cibo viene usato anche come uno sfogo, soprattutto dai più piccoli, tant’è che quasi 8 adolescenti su 10 si sfogano con il cibo quando sono arrabbiati, percentuale che aumenta drasticamente dagli 11 ai 13 anni (89%).
Il 40% dichiara di aver mangiato grandi quantitativi di cibo, anche senza avere fame e quasi 2 adolescenti su 10 si sono provocati il vomito dopo mangiato. I dati allarmanti dei Dca sono stati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza.
Circa 4 adolescenti su 10 stanno anche attenti alla qualità del cibo che ingeriscono e mangiano solo cibi biologici e sani.
La drunkoressia: abuso di alcol con disturbi della condotta alimentareLa correlazione tra condotte alimentari sregolate e abuso di bevande alcoliche in adolescenza è molto frequente e viene chiamata Drunkoressia, da drunk (ubriaco) e anorexia (anoressia). La pressione sociale (e dei social network), l’apparire, la ricerca di omologazione e del magro, sono tutti fattori che influenzano il comportamento dei più giovani e li spingono a non mangiare, a indursi il vomito o ad assumere lassativi e diuretici, pur di compensare le quantità di calorie assunte durante le grandi “abbuffate alcoliche” (binge drinking) per non aumentare il peso corporeo (dca). Lo scopo è quello di ubriacarsi velocemente, senza assumere calorie e senza rinunciare allo “sballo” dato dall’alcol. Circa 1 adolescente su 10 mette in atto questi comportamenti di restrizione del cibo e di abuso di alcol di cui il 64% sono femmine.

Immagine corporea e chirurgia estetica. Il 64% degli adolescenti tra i 14 e i 19 anni, dichiara di sentirsi più sicuro quando è più magro e quando riesce a raggiungere il peso ideale. Il peso e l’immagine corporea condizionano profondamente l’autostima e l’umore dei ragazzi che vivono in funzione dell’accettazione del gruppo. Il problema riguarda maggiormente il genere femminile (il 76% sono ragazze). Oltre 6 adolescenti su 10 sostengono anche che la donna più magra è più accettata e riconosciuta da un punto di vista sociale, tant’è che la taglia ideale per il 63% del campione, si aggira tra la 38 e la 40. Questo porta indubbiamente alla ricerca di corpi perfetti e statuari anche seguendo i modelli di riferimento e la macchina dei like e follower. Infatti, il 15% ha seguito una dieta per piacersi di più nei selfie, di cui il 75,5% sono femmine. Questo atteggiamento porta ad una rischiosa esposizione social che, se non corrisponde al proprio immaginario di approvazione e riconoscimento, può avere delle profonde ripercussioni sull umore. Poi ci sono le challenge legate alla Thin Inspiration, a cui partecipano spesso le ragazze per dimostrare la loro magrezza, come per esempio la Ribcage Bragging Challenge (la nuova moda di fotografare le costole sporgenti). Il 42% dichiara di aver seguito una dieta almeno una volta nella vita e il 35% degli adolescenti segue una dieta “fai da te” e circa 1 su 10 si affida a quelle trovate in rete o ai consigli delle app. 5 adolescenti su 100 prendono anche farmaci e altre sostanze chimiche per perdere peso. Oltre 2 adolescenti su 10, se i genitori glielo permettessero, ricorrerebbero alla chirurgia plastica per essere più belli da un punto di vista estetico, non per correggere un difetto o un problema fisico oggettivo, di cui il 79,5% sono femmine. 1 adolescente su 10 ha già fatto trattamenti estetici, dimagranti e anticellulite solo per sembrare più bella.

Gli influencer lanciano le mode che condizionano gli adolescenti. Il 55% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni, di cui il 70% sono femmine, sostiene che vedere corpi magri e perfetti in tv e su internet gli faccia venire voglia di essere come loro e si senta influenzato dai modelli lanciati dagli influencer. “Questo non è un fenomeno da sottovalutare perché gli influencer condizionano anche da un punto di vista psicologico e comportamentale i ragazzi” afferma la prof.ssa Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza. “Fashion blogger e youtubers sono ormai la realtà di riferimento degli adolescenti, soprattutto dei più piccoli, che crescono fin dall’infanzia con la compagnia dei video dei loro idoli senza un minimo di filtro e di controllo genitoriale. Infatti, il loro desiderio più grande sarebbe quello di seguire il loro stesso percorso: diventare ricchi, famosi, popolari e seguitissimi, facendo un lavoro divertente e che apparentemente non costi particolare fatica”. Sono 4 adolescenti su 10 dai 14 ai 19 anni che vorrebbero diventare uno youtuber di successo, rispetto ai 6 su 10 dagli 11 ai 13. La prima adolescenza è quindi quella più a rischio e maggiormente influenzabile. Oggi sempre più si fa strada una cultura incentrata sul cibo sano, sull’estetica, sull’apparenza, dove viene sempre meno l’aspetto emotivo e di personalità e, l’adolescente che non è alla moda viene isolato dalla massa e, spesso, bullizzato o preso di mira su chat e social network, ha rischio maggiore di dca.

Se sei in carne non piaci ai bulli. Il bullismo e il cyberbullismo rivolti ai coetanei in sovrappeso sono estremamente frequenti. Vengono derisi per le loro dimensioni, per i chili in eccesso, per come mangiano, per le prestazioni sportive o perché non sono agili fisicamente. Il 22% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni ammette, infatti, di aver preso in giro un compagno o un amico solo perché in sovrappeso, di cui il 65% sono maschi, rispetto al 18% dagli 11 ai 13 anni.
“Essere vittime di prevaricazioni, offese e minacce da parte di un coetaneo per il proprio peso e la propria estetica, influenza negativamente il benessere fisico e psicologico dei ragazzi, determinando in particolare una minore autostima, scarsa considerazione di se stessi, maggiore vulnerabilità e sensibilità ai commenti, giudizi e critiche, uno stato ansioso, paura del confronto con gli altri e inibizione da un punto di vista relazione, aumentando così il desiderio di ricorrere alla chirurgia estetica, magari per eliminare o modificare proprio quelle caratteristiche fisiche che li rendono oggetto di derisioni o prese in giro”, sottolinea Manca.
Il 26% delle vittime di bullismo ricorrerebbe alla chirurgia sia estetica che plastica per migliorare il proprio corpo, rispetto al 34% delle vittime di cyberbullismo; inoltre il 13% delle vittime di bullismo ha già effettuato trattamenti estetici per sembrare più bello esteticamente, rispetto al 19% delle vittime di cyberbullismo. Le prevaricazioni che avvengono nei social e nelle chat, che raggiungono un numero maggiore di persone, che espongono in una vetrina e in una sorta di gogna social, come dimostrano i dati, feriscono maggiormente, hanno degli esiti psicopatologici più gravi, intaccano maggiormente l’immagine corporea e l’autostima. Si tratta di ragazzi che non accettano il proprio aspetto, non si piacciono, non si riconoscono, non sono sereni e hanno una bassa stima di sé e l’essere oggetto di prevaricazioni e derisioni costanti distrugge la loro psiche e genera un dolore profondo e una sofferenza notevole che può avere dei risvolti non solo nell’immediato (rischi maggiori di Dca), ma anche più a lungo termine e portare ad un isolamento e chiusura, fino a vissuti ansiosi e depressivi.

*I dati su Dca, alcol e tendenze tra i giovani, sono raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, presidente Prof.ssa Maura Manca, nel corso dell’anno scolastico 2016/17 su un campione di circa 8.000 adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 18 anni su tutto il territorio nazionale.

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