Psicologia

Perché il viaggio di ritorno dura sempre di meno?

Sicuramente ci saremo chiesti, quando viaggiamo, come mai il viaggio di ritorno durasse meno di quello dell’andata. Anche se il tragitto di andata e di ritorno hanno la stessa durata e la stessa lunghezza, quello di ritorno, alla maggior parte delle persone, sembra più breve. Una spiegazione vera e propria di questo fenomeno in realtà ancora non c’è, per ora ci sono soltanto delle ipotesi, più o meno realistiche. Una possibile spiegazione si basa sul concetto di rilevanza temporale: se siamo in viaggio per un evento importante, l’arco di tempo che intercorre tra noi e la meta diventa anch’esso importante, mentre al ritorno, essendo più rilassati, la durata del viaggio ha molta meno importanza. Le nostre risorse cognitive e attentive, durante il ritorno, saranno di conseguenza meno impegnate rispetto all’andata, per questo la durata ci sembra minore. Un’altra spiegazione potrebbe riguarda la familiarità del tragitto di ritorno che ci dà la sensazione che il tempo scorra più in fretta.  La questione è stata presa in esame da un gruppo di ricercatori giapponesi dell’Università di Kyoto, pubblicata su “Plos One”, che ha nominato questo fenomeno “effetto viaggio di ritorno”: si genera soltanto a posteriori, quando un soggetto valuta la durata del viaggio sulla base dei processi di memoria. I ricercatori giapponesi hanno provato, con uno studio, a dare una loro spiegazione. Hanno presentato a 20 volontari, tra i 20 e i 30 anni, dei filmati in cui erano rappresentati un tragitto di andata e uno di ritorno; i soggetti dovevano stimare la durata dei viaggi sia durante che dopo la visione dei filmati. Mediamente, la durata stimata del tragitto, è risultata inferiore per il ritorno, mettendo così in evidenza l’effetto viaggio di ritorno il quale, cosa importante, non si manifestava durante la visione del filmato, ma solo a posteriori, quando i soggetti dovevano utilizzare la memoria per stimare la durata del viaggio.  Sicuramente anche l’aspettativa ci rende meno accurati: solitamente, quando per esempio andiamo in vacanza, le aspettative sono alte e per questo tendiamo a sottostimare la durata del tragitto, che per questo ci sembrerà eterno. Al ritorno invece, la “tristezza” e la frustrazione di ritornare a casa ci fanno sovrastimare la durata del tragitto, che ci sembrerà più breve.

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