Psicologia

Settembre: tempo di buoni propositi. Ma perché spesso non riusciamo a mantenerli?

Settembre: tempo di buoni propositi. Ma perché spesso non riusciamo a mantenerli?

Dopo le vacanze arriva il tempo dei buoni propositi. Tra quelli più gettonati ci sono: “da lunedì mi metto a dieta”, “smetto di fumare”, “mi iscrivo in palestra”, “mi prendo del tempo per me”, “mangio bene”. Al rientro dalle vacanze, estive o natalizie, in pochi possono fare a meno di promesse. Durante le ferie probabilmente ci si è lasciati andare, venendo meno alle rigide regole della routine quotidiana. Questo stile di vita diverso, però, fa scattare al rientro i sensi di colpa.

I buoni propositi non sono solo frutto dei sensi di colpa ma anche dei resoconti sulla propria vita elaborati in genere durante la pausa, quando si ha più tempo per se stessi.
«Questo significa – spiega la psicoterapeuta Maura Manca – che il tempo per noi durante l’anno è molto limitato, che scandiamo la nostra vita con le vacanze, con i momenti di stacco, come se mettessimo il pilota automatico durante l’anno e vivessimo nei momenti di pausa. È normale che questa condizione generi tendenzialmente stress e che sia il presupposto di base per far fallire i buoni propositi».

Secondo l’esperta, è rischioso attendere che siano gli eventi o le ricorrenze ad indurre a fare un’analisi su se stessi e sulla propria vita. L’attesa, infatti, porta a non affrontare e quindi a sommare situazioni da elaborare poi tutte insieme in un secondo momento. «Il troppo da fare – spiega – richiede uno sforzo mentale importante che indirizza verso un fallimento assicurato, mentre l’affrontare i problemi tutti i giorni, aiuta a prendersi cura di se stessi e a non accumulare mai, quindi ad un successo assicurato».

Mettersi al centro della propria vita, suggerisce la psicoterapeuta, e imparare a «trovare dei piccoli obiettivi raggiungibili e a godere di ciò che abbiamo, prima di fare dei cambiamenti. Non ha senso aspettare che la vita cambi, la vita cambia se cambiamo noi».
Spesso le valutazioni tendono ad essere negative, perché è più difficile guardare gli aspetti positivi della propria vita ed essere orgogliosi di se stessi e di ciò che si è realizzato. «Ci si affida ad oroscopi e ai consigli di chi ci dice come vivere meglio e a non rifare gli errori dell’anno prima – continua l’esperta – le soluzioni e le risposte si cercano sempre all’esterno, non rendendosi conto che sono solo risposte illusorie di facile portata per non guardarci dentro e capire che possiamo trovare risposte e risorse dentro di noi».
Se i resoconti appesantiscono a livello emotivo, perché ci portano a guardare ciò che abbiamo fatto giorno dopo giorno, i  “buoni propositi” è come se ridessero speranza, hanno una funzione di rinforzo psichico e rappresentano una via d’uscita a tutto ciò che ci si è trascinati inutilmente per un altro anno. Spesso e volentieri, infatti, i buoni propositi sono sempre gli stessi, anno dopo anno.

Invece, «i buoni propositi devono essere applicati ogni giorno e il segreto sta nell’imparare a porsi obiettivi più raggiungibili e soprattutto ad accettarsi. Devono essere visti come un mettersi in discussione e una voglia di cambiare, allora sì che funzioneranno: dobbiamo credere in noi stessi e nelle nostre capacità perché lo vogliamo davvero e solo in quel momento ci sarà un cambiamento».
Insomma, l’invito della dottoressa è ad agire e provare a cambiare le cose ogni giorno, perché: «c’è sempre e comunque una via d’uscita e nulla è mai perduto, questo ce lo dobbiamo stampare a lettere cubitali nella mente».

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