Prevenzione

Così si promuove il benessere sessuale

Cinque utili consigli per rimanere incinta. Nella foro una coppia che sorride sotto le lenzuola.

di Emanuela Di Napoli Pignatelli

In occasione della quarta settimana del Benessere Sessuale, che si terrà un tutta Italia dal 25 al 29 settembre, la dottoressa Roberta Rossi (presidentessa della Società Italiana di Sessuologia Scientifica) ha deciso di rendere noti e discutere i risultati ottenuti durante l’arco dell’anno ad un sondaggio che andava ad indagare il vissuto sessuale dei partecipanti.

Dottoressa Rossi, cosa si intende per benessere sessuale?

«Significa attuare comportamenti che preservino la nostra salute sia fisica che psicologica, fare prevenzione per le malattie sessualmente trasmissibili (Mst), prevenire le gravidanze indesiderate, avere cura di se e del proprio corpo, ma sopratutto avere rispetto e consapevolezza di se del partner, significa stare bene con se stessi per esprimersi al meglio nella sfera sessuale».

Promuove importanti campagne informative nelle scuole, per quale motivo?

«Trovo sia molto importante educare i giovani a questa consapevolezza. I ragazzi scoprono la sessualità su internet, attraverso siti che anche se molto noti e di appeal, in realtà hanno pochissime basi scientifiche, hanno modelli totalmente discordanti dalla realtà che creano insicurezza nelle giovani menti non educate.

Roberta Rossi, Presidentessa della Società Italiana di Sessuologia Scientifica
Roberta Rossi, Presidentessa della Società Italiana di Sessuologia Scientifica

Possiamo tranquillamente affermare che pur sembrando evolute le nuove generazioni sono ferme ad una conoscenza della sessualità che avevamo 25 anni fa. Questa sessualità mal vissuta ed oltremodo frettolosa, porterà danni difficilmente reversibili in quello che sarà l’adulto di domani. Scoprire il sesso in modo veloce, molto spesso senza coinvolgimento ed, alcune volte senza neanche il piacere legato ad una emozione, porterà i futuri adulti alla percezione di avere perso qualcosa».

Il 45% degli intervistati ha accusato un calo del desiderio relativamente al partner, come lo spiega?

«Il calo che non deve essere interpretato tout court come calo del desiderio, ma più semplicemente come mancanza di desiderio di confronto con un partner reale, che a differenza della pornografia, ti richiede invece presenza e comunicazione, rifugiarsi nella pornografia che rende passivi e spettatori di qualcosa in cui non siamo veramente coinvolti… un pò come interagire attraverso i social utilizzando un pc che sembra snaturare quelli che invece erano i rapporti interpersonali. Esempio di questo sono i molti giovani che oggi hanno tra i 25 ed i 27 anni che tendono ad uscire sempre meno ed avere i loro rapporti con il mondo esclusivamente attraverso il computer, o ancora comportamenti sessuali estremi in cui si ricerca una emozione che non si riesce a trovare nella vita di tutti i giorni, crescono il numero di persone che partecipano a feste all’interno delle quali si ha libero accesso a droghe e alcol, condite da bondage e scambismo, feste assolutamente sado-maso il cui numero di partecipanti è salito in modo esponenziale negli ultimi 3 anni».

Gran parte degli intervistati dichiara di praticare sesso anche in mancanza di un vero desiderio, come spiega questo fenomeno?

«In Italia siamo più arretrati rispetto ad altre Nazioni, in cui confessare di non aver voglia del partner non sembra un rifiuto del rapporto. Non esiste una frequenza ideale di rapporti. All’interno di ogni coppia rispettando i desideri e le aspettative di entrambi, i partner devono trovarsi i ritmi giusti, l’importante è che i componenti della coppia si sentano soddisfatti del rapporto, confessare semplicemente che una sera siamo stanchi non significa dire che non siamo più innamorati e vogliamo lasciarci. Il sesso è la conferma dell’amore, il malessere nasce dalla discrepanza e dalla mancanza di sicurezza. La cosa più importante è quindi il massimo rispetto e un dialogo serio che non metta in dubbio l’amore, venirsi incontro assecondano i desideri del partner, ma esigendo che vengano ascoltati anche i propri».

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