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Se la droga diventa un «gioco» da ragazzi

Droghe, un giovanissimo si prepara uno spinello

Alcol e fumo, ma anche droghe sintetiche. E’ questo l’allarme che arriva dagli esperti dell’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon di Napoli, un’allerta che si lega a dati sconcertanti: «Sempre più spesso – spiega Eduardo Ponticiello, responsabile delle emergenze tossicologiche – ci arrivano giovanissimi vittime dell’abuso di alcol o sostanze stupefacenti, e l’età è vertiginosamente scesa negli ultimi anni». Enormi i rischi per la salute, non solo per il fatto (noto a tutti) che le droghe procurano danni permanenti, ma anche per il diffondersi sempre più marcato di sostanze sintetiche con effetti psicotropi devastanti. Si pensi all’Amnesia, tra le ultime arrivate nel vastissimo mercato delle droghe, nella quale sono state trovate tracce di ogni genere di acido conosciuto, oltre a metadone e cocaina.

Assunzione involontaria

Ancor più drammatico il caso dei piccoli che in pronto soccorso ci arrivano per l’incoscienza dei genitori, bambini che ingeriscono sostanze stupefacenti lasciate incustodite a casa. L’ultimo caso è di questi giorni, con una piccola paziente (solo 1 anno) finita al Santobono per aver mangiato un pezzo di hashish. La bimba fortunatamente è stata salvata in tempo, ma an che in questo caso i dati di Napoli fanno accapponare la pelle. «In un anno – prosegue Ponticiello – abbiamo registrato 12 casi, a livello nazionale negli ultimi 10 anni di casi se ne sono registrati 10». Una proporzione che rende l’idea dell’allarme sociale in atto in Campania e in particolare nel capoluogo partenopeo.

Test tossicologici

Proprio per l’aumento esponenziale dei casi di intossicazione da sostanze stupefacenti, negli ultimi anni al Santobono sono stati introdotti come routine i test tossicologici. Qualcosa che ci si aspetterebbe in un pronto soccorso per adulti, non certo in un presidio pediatrico. Intanto, viste le proporzioni del problema e l’abbassamento dell’età media di consumo di sostanze stupefacenti, scende in campo anche la Fimp Napoli, che per voce del coordinatore provinciale Antonio D’Avino annuncia una campagna di sensibilizzazione che partirà dagli studi medici per raggiungere le famiglie. «Far capire ai genitori quali siano i rischi – dice D’Avino – è il primo passo per invertire una tendenza che sta assumendo contorni drammatici. Il nostro impegno sarà massimo, su questo tema ciascun pediatra sarà chiamato a fare la propria parte». Del resto i pediatri della Fimp già oggi si occupano di fare prevenzione su temi quali droghe, alcol e ludopatie grazie ai cosiddetti «bilanci di salute», vale a dire visite programmate che consentono di fare «screening» sui bambini in età a rischio.

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