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Le gengive infiammate possono causare problemi di cuore

sorriso, ecco il menù salva-gengive
sorriso, ecco il menù salva-gengive

Avere un sorriso sano ci rende più attraenti, ma la salute dei denti può avere importanti ripercussioni anche su quella del cuore. Per quanto possa sembrare bizzarro, il legame tra ciò che accade nella nostra bocca e le condizioni delle arterie è stato certificato da una ricerca svolta nell’Università del Connecticut di Storrs, ora pubblicata sul Journal of lipid research.

Lo studio

Quello che gli studiosi hanno appurato è che gli accumuli di grasso che intasano le arterie e scatenano infarti e ictus non sono dipesi solo da ciò che mangiamo. C’è un nesso, infatti, tra le malattie della gengiva e le placche di aterosclerosi ed è legato ad alcuni batteri presenti nella bocca. L’analisi ha coinvolto alcuni pazienti ricoverati in ospedale. Alcuni batteri che colonizzano la bocca e l’intestino possono essere molto pericolosi, anche se di solito non causano danni. In determinate condizioni possono dare origine a malattie gengivali, ma anche in questo caso non invadono i vasi sanguigni. I lipidi che secernono, però, possono passare attraverso le pareti cellulari e andare a finire nel sangue. E’ in questo momento che contribuiscono a questo intasamento che indurisce e restringe le arterie, con una diminuzione del flusso di ossigeno che può portare a malattie come infarto o ictus.

Nuovi studi

I ricercatori hanno potuto notare come la crescita dei lipidi non fosse dipesa dal grasso animale, ma dai batteri della famiglia dei «Bacteroidetes» (li producono con alcune caratteristiche, tra cui un numero dispari di atomi di carbonio). Il gruppo di ricerca ora progetta di effettuare un’analisi più dettagliata degli placche aterosclerotiche per scoprire esattamente dove si accumulano i lipidi dei Bacteroidetes che possono mettere a rischio la salute del cuore. Già una ricerca dell’Università della Columbia aveva dimostrato un’associazione tra le malattie della gengiva e la progressione dell’arterosclerosi. In un saggio pubblicato nell’ottobre del 2013 su Jaha, il Giornale dell’American heart association, sono stati riassunti i tre anni di lavoro dei ricercatori su 5.000 esempi di placca presi dai denti di 420 pazienti. Dalla ricerca era emerso che i pazienti che avevano avuto un miglioramento della salute delle gengive, e che avevano una minor percentuale di batteri associati a malattie gengivali, avevano poi una più lenta progressione dello spessore intimo-mediale dell’arteria carotide.

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