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Gioco d’azzardo: un giovane su due è vittima del virus da slot

4 giovani su 5 fanno poca attività. Italiani tra i peggiori al mondo

Sono oltre 1,2 milioni gli italiani che hanno tentato la fortuna almeno una volta nel 2016 e un ragazzo su due si è lasciato affascinare dal gioco d’azzardo. Gli effetti del gioco su chi è utilizzatore più frequente sono allarmanti: secondo il “Young Millennials Monitor”, ideato da Nomisma e Unipol, ha un rapporto “problematico” il 5% degli studenti, il 9% è etichettato come “a rischio”, ovvero manifesta i primi potenziali segnali di rischio di approccio problematico al gioco.
L’indagine ha coinvolto 11 mila giovani tra i 14 e i 19 anni, secondo i dati, il giocatore maggiormente problematico è maschio, maggiorenne, frequenta istituti tecnici/professionali, ha un rendimento scolastico basso e proviene dalle regioni meridionali.

I numeri di “Young Millennials Monitor” diffusi a Bologna indicano che i giocatori sono in leggero calo: nel corso del 2016 il 49% dei giovani studenti ha tentato la fortuna almeno una volta (circa 1.240.000 di ragazzi). Molti giovani (il 21%) iniziano a giocare per curiosità o per caso (20%); altri per semplice divertimento (18%), per il fatto che amici e familiari giochino (11%), o per la speranza di vincere una somma di denaro (11%). Dopo aver sfidato la sorte almeno una volta i giovani tendono a pensare che il gioco d’azzardo sia soprattutto una perdita di denaro (lo pensa il 32% degli studenti tra i 14 e i 19 anni).
Le slot e videolottery potrebbero, però, progressivamente sparire dai bar e dagli esercizi commerciali per essere “confinate” esclusivamente nelle sale gioco. Questa la prospettiva disegnata dal provvedimento messo a punto dal governo e dalle Regioni. Lo ha annunciato il ministro Costa al margine della presentazione del rapporto.

In Emilia-Romagna, il 22,7% della popolazione tra i 15 e i 64 anni riferisce di aver giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno. Tra questi, il 4,4% è a rischio – moderato o grave – di dipendenza. Ed è proprio per contrastare, prevenire e ridurre questo pericolo che la Regione ha rafforzato la propria normativa in tal senso, dopo che, prima in Italia a farlo, già nel 2013 aveva approvato una legge specifica sul tema.

Due mesi fa, infatti, c’è stato il via libera al Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili, legge che fra le altre misure introduce il divieto di installare apparecchi per il gioco d’azzardo entro una distanza di 500 metri da scuole, luoghi di aggregazione giovanili e di culto, cioè quelli più frequentati dai ragazzi. Anche se l’indagine ha rilevato in Emilia-Romagna una propensione al gioco, tra i giovani della fascia d’età 14-19 anni, inferiore rispetto al Centro e Sud Italia, ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, intervenendo anche lui alla presentazione della prima indagine realizzata dall’Osservatorio “Young millennials monitor” di Nomisma su motivazioni e approccio dei giovani verso il gioco d’azzardo: “l’attenzione resta alta, soprattutto per i soggetti più vulnerabili, e quindi anche giovani e giovanissimi”.

E se il gioco è spesso “un’abitudine occasionale o un divertimento”, talvolta – ha fatto notare Luca Dondi, consigliere delegato di Nomisma  – ha “preoccupanti implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 36% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori e il 4% ha derogato ad impegni scolastici e/o familiari per giocare. Grazie a questo prezioso patrimonio informativo, Young Millennials Monitor si pone due obiettivi: innanzitutto mettere a disposizione di istituzioni, operatori economici e famiglie numeri e metodi per valutare i comportamenti di gioco, l’incidenza del gioco problematico e le relative conseguenze in termini assistenziali, nonché garantire una maggior informazione per sostenere azioni di policy in logica di prevenzione e di creazione di consapevolezza”.

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