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Vaccini, allarme dei pediatri: cambiare per evitare una crisi

Vaccino, una bimba viene vaccinata
Vaccini, un nuovo piano

Terminata (o quasi) la psicosi meningite, in Campania si alza un allarme ben più serio sui vaccini, anzi sulle coperture vaccinali. A scendere in campo sono i pediatri della Fimp Napoli che hanno stilato un programma operativo basato su cinque punti per «fare in modo che l’emergenza vaccinazioni non diventi una vera e propria crisi sanitaria». Una possibilità non esattamente remota se i pediatri di famiglia hanno deciso di inviare una nota d’allarme al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, al commissario ad acta per la Sanità Joseph Polimeni, al consigliere del presidente per la Sanità Enrico Coscioni, al sindaco De Magistris e al presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti.

Dati drammatici

La comunicazione contiene alcuni dati del report sul rischio epidemico al quale la Campania si sta esponendo a causa del drammatico calo del ricorso ai vaccini. «Per la prima volta – si legge nel documento – nel 2014 si è scesi al di sotto del 95% nelle coperture per la Polio e per l’Esavalente in tutta Italia, con dati particolarmente drammatici al 31/12/2015: in Campania 91,3% (media nazionale 93,4%)».

Tornano malattie dimenticate

La situazione è «ancora più grave per il vaccino contro Morbillo-Parotite-Rosolia (MMR). Il tasso di copertura nazionale è all’85,2%, mentre in Campania raggiungiamo appena l’80,7%». Il segretario provinciale Antonio D’Avino chiarisce che «il livello critico di copertura vaccinale è del 95%, al di sotto del quale si perde la herd immunity (immunità di gregge) e ricompaiono le malattie». Nel documento si evidenzia «la segnalazione di un caso di difterite anche nel nostro paese da parte del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo la segnalazione di casi mortali in Spagna e in Belgio e, secondo la stessa fonte, ci aspettiamo anche il ritorno della Polio. Se poi si valutano le coperture vaccinali all’interno della nostra regione, si ha una situazione a macchia di leopardo, con buon livello nelle provincie di Avellino, Benevento e Salerno, e coperture drammaticamente basse a Napoli e provincia dove l’Esavalente raggiunge l’ 85% e la Trivalente il 73%».

Focolai epidemici

Il documento rivela che a Napoli sono comparsi focolai epidemici di morbillo che hanno determinato la stragrande maggioranza di notifiche rispetto ai 157 casi denunciati in Campania al 30 novembre 2016. Probabilmente questo dato è anche sottostimato. «Ricordiamo – dice D’Avino – che l’esavalente protegge da malattie importanti come la difterite e la polio, virtualmente scomparse nel nostro paese, ma pronte a ricomparire, mortali nel 20-30 % dei casi e con danni irreversibili in oltre il 50% dei casi per la Poliomielite. Protegge inoltre dal Tetano, dall’Epatite B, dalla Pertosse e dalla Meningite da Haemophilus Influenzae tipo B. Quest’ultima fino agli anni ‘90 è stata la più frequente forma di Meningite nei primi 5 anni di vita e dal 1995, anno in cui è stata introdotta la vaccinazione, è quasi scomparsa, passando da alcune centinaia di casi all’anno a 3-4 casi. Per la Trivalente basta ricordare che nei paesi industrializzati il Morbillo ha una mortalità di 1/3000 casi e determina Encefalite in 1/1000 casi, mentre la Rosolia Congenita continua a mietere vittime. Negli ultimi 10 anni sono stati accertati 84 casi di Rosolia Congenita in Italia, di questi ben 37 si sono verificati in Regione Campania, e purtroppo le donne in età fertile vaccinate sono circa il 36% a livello nazionale, il 20% in Campania e solo Il 5,1% nel territorio della Asl Napoli 1».

Il piano

In considerazione di una situazione tanto grave la Fimp Napoli propone un piano che si basa su cinque punti chiave: «In primo luogo – dice D’Avino – la promozione di campagne informative con finalità educative rivolte alla popolazione, attraverso tutti i mass-media. Poi l’aggiornamento annuale obbligatorio in tema di vaccini per tutti i medici del SSN, in particolare Pediatri di Famiglia, Medici ed Infermieri dei centri vaccinali. La realizzazione di corsi di counselling per le stesse figure professionali, l’attivazione di forme di integrazione dei medici delle cure primarie (Pediatri di Famiglia e Medici di Medicina Generale) nell’attuale sistema dei vaccini regionale e il monitoraggio e il supporto delle attività dei centri vaccinali con l’introduzione di azioni “facilitatrici” tali, ad esempio, da rendere più agevole l’accesso ai centri stessi da parte dell’utenza e delle figure professionali coinvolte. Oltre questo sarebbe il caso di inserire l’obbligo di vaccino per le iscrizioni alle scuole materne, così come già fatto in altre regioni d’Italia. Siamo convinti – conclude il leader della Fimp Napoli – che solo attuando questi cinque punti saremo messi in condizione di evitare di trovarci presto alle prese con malattie del tutto prevenibili con adeguate strategie vaccinali».

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