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Antibiotici, OCSE lancia l’allarme : troppe prescrizioni inappropriate

L’antibiotico- resistenza: una donna assume diverse pillole

I farmaci vanno assunti quando servono, altrimenti non aiutano a stare meglio. Secondo gli ultimi dati dell’Ocse, l’antibiotico potrebbe essere dannoso o inutile nel 50% dei casi; una volta su due, insomma, non farebbero bene. Le percentuali di prescrizioni inappropriate variano a seconda degli specialisti. Il più allarmante, con picchi del 90% di prescrizioni inadeguate, si riscontra nel caso dei medici di famiglia: sono  questi ultimi  i professionisti che secondo l’Ocse prescrivono, più spesso, e nel modo più inadeguato. L’Ocse evidenzia che l’inappropriatezza per la medicina generale va da un minimo del 45% fino a picchi del 90%.
Tra i rischi di questa tendenza, ci sono: da un lato i malati che assumono medicine inadeguate, dall’altro c’è un’intera popolazione che, negli anni, sta aumentando la resistenza agli antibiotici. Il rischio è serio: per alcune malattie, in futuro, potrebbero non esserci più le cure adeguate di cui disponiamo attualmente.
I numeri mettono in luce una situazione non omogenea in tutte le branche della Sanità. Ci sono, specialisti che sembrano fare un uso più accorto degli antibiotici, ed altri meno. L ‘uso più oculato di antibiotici è stato riscontrato tra i  servizi di dialisi dove l’inappropriatezza varia tra il 12 e il 37%. A seguire, ci sono i pediatri : le prescrizioni  risultano inadeguate tra il 4% ma con punte che sfiorano i 47 punti. Va peggio nei reparti di terapia intensiva, dove l’inapproriatezza varia tra il 14% ma può arrivare anche al 60%. Spostandosi verso gli ambulatori, lo stesso rischio aumenta: da un dato minimo del 10% si arriva anche ad indici di inappropriatezza del 70%. In generale, negli ospedali si va da un livello minimo del 14% ad un picco del 79%. I penultimi in classifica sono gli specialisti che lavorano nelle strutture di lungodegenza: si oscilla da un minimo del 21% di prescrizioni inutili ad un massimo del 73%.
Il rapporto dell’Ocse, si conclude con una riflessione sui rimedi: un consumo di antibiotici più razionale potrà essere ottenuto soltanto con interventi che mirino a modificare il comportamento delle singole persone. Medici e pazienti devono essere, quindi, educati alla gestione e all’uso appropriato di questi particolari medicinali. L’Ocse suggerisce di rendere obbligatorio l’uso di test diagnostici rapidi, perché una corretta diagnosi non lascia dubbi sull’antibiotico adeguato da prescrivere. La risposta a chi teme che questi test possano gravare sulla spesa sanitaria è che il numero di antibiotici prescritti diminuirebbe, facendo sì che il costo degli esami sia ammortizzato.

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