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Aterosclerosi, una nuova speranza dalla lotta all’obesità

obesità, una donna obesa passeggia in strada

Una sostanza dimagrante potrebbe mettere al tappeto l’aterosclerosi. Il caso è di quelli che fanno parlare la comunità scientifica mondiale, e parte dall’Italia. La molecola protagonista di questa potenziale rivoluzione medica è l’obestatina, ed è una vecchia conoscenza dei ricercatori. Tuttavia ora si è scoperto che questa sostanza ha un potenziale enorme nella protezione delle arterie.

Divorare

La ricerca sull’obstatina e dell’Università Tor Vergata di Roma e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Tutto è raccolto in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica americana Diabetes. Piccola curiosità è legata al nome della molecola, obestatina, che deriva dalla contrazione tra obeso (dal latino “obedere” vale a dire “divorare”) e statina (dal greco stosis, che significa arresto). Si chiama così perché al momento della sua scoperta i ricercatori pensavano che questa molecola avesse la capacità di sopprimere il senso di fame, aumentando quello dì sazietà. Il meccanismo, molto controverso a livello scientifico, mirava al rallentato svuotamento dello stomaco.

Gli esperti

«L’obestatina è una molecola molto interessante dal punto di vista biologico – spiegano Manfredi Tesauro e Nicola Di Daniele dell’Università Tor Vergata – perché origina prevalentemente nell’apparato gastro-intestinale da un precursore comune ad un’altra sostanza, la grelina, che al contrario aumenta il senso di fame inducendo l’ingestione di cibo. E’ possibile quindi ipotizzare che modificando il rapporto tra queste due sostanze a favore dell’obestatina sia possibile ottenere nei soggetti obesi anche un calo ponderale». Intanto, lo studio condotto a Roma ha il merito di aver dimostrato che muovendosi precocemente è possibile prevenire il danno vascolare indotto dall’obesità, purché si utilizzino strategie terapeutiche mirate, efficaci sulle anomalie specifiche che concorrono a determinarlo.

Malattie croniche

Le malattie croniche sono responsabili a livello globale dell’86% di tutti i decessi, con una spesa sanitaria di 700 miliardi di euro. Oltre a quelle cardiovascolari, il diabete è una delle malattie croniche a più rapida crescita: in Italia solo 1 paziente su 3 ha un adeguato controllo e di conseguenza le complicanze – cardiovascolari, renali, oculari – determinano un altissimo impatto socio-economico per il Servizio Sanitario Nazionale.

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