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Malattie oculari rare, alla Vanvietlli un reparto hi-tech

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Percorsi tattili “intelligenti”, bastone elettronico e messaggi vocali per consentire ai non vedenti di potersi muovere in autonomia

Grande attesa per l’inaugurazione di domani del nuovo reparto dedicato ai pazienti con malattie oculari rare dell’azienda ospedaliera universitaria Vanvitelli. Tutto all’insegna dell’hi-tech, con percorsi tattili “intelligenti”, bastone elettronico e messaggi vocali per consentire ai non vedenti di potersi muovere in autonomia. Tecnologie e sistemi all’avanguardia che fanno del nuovo reparto un’eccellenza unica in Italia. L’obiettivo è quello di accogliere il paziente con il sospetto di patologia oculare rara e fornirgli un inquadramento diagnostico nel più breve tempo possibile, dotato di adeguata tecnologia e un know-how specialistico.

Centro d’eccellenza

Ormai da anni il policlinico Vanvitelli è un importante punto di riferimento di rilievo nazionale per i pazienti affetti da malattie oculari rare, grazie all’esperienza pluridecennale del team multidisciplinare coordinato da Francesca Simonelli, professore ordinario e direttore della Clinica Oculistica. Tanto che dall’attivazione del registro regionale per le malattie rare (2011) la Simonelli e il suo team hanno già diagnosticato circa 2.600 pazienti provenienti dalla Campania e per circa il 45% dalle altre regioni d’Italia.

Team multidisciplinare

«Purtroppo, molti pazienti diagnosticati sono affetti da patologie causa di ipovisione grave o cecità – spiega la Simonelli – per le quali al momento non esistono cure approvate. Per questo, gli ambienti del nuovo reparto sono stati progettati per consentire al paziente con disabilità visiva di muoversi in completa autonomia grazie al percorso tattile “intelligente”, che, tramite il bastone elettronico e messaggi vocali, indirizza il paziente negli spostamenti. Inoltre, è stato organizzato un team multidisciplinare, con il coinvolgimento di diverse figure professionali: oftalmologi, ortottisti, infermieri, counsellor, operatori di orientamento e mobilità, al fine di garantire un processo riabilitativo olistico, personalizzato a seconda delle esigenze del singolo paziente».

Solidarietà e cura

Da anni, il team di malattie oculari rare collabora con la Fondazione Telethon per la ricerca di possibili cure per le malattie genetiche oculari. Questa collaborazione ha permesso la conduzione presso l’Università Vanvitelli del primo studio al mondo di terapia genica per il trattamento di una forma di cecità infantile, l’Amaurosi Congenita di Leber. In questo modo, sono stati trattati con successo sei pazienti italiani e si auspica che nei prossimi anni questo trattamento sarà approvato in Europa.

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