Prevenzione

Nell'urina dei bimbi i segreti dell'obesità

obesità infantile: un bimbo sulla bilancia
La presenza di biomarcatori nei bambini sovrappeso o obesi è significativamente differente e può consentire diagnosi precoci e predizioni del potenziale sviluppo di patologie correlate. Lo studio dell’Isa-Cnr di Avellino è pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature.

Il sovrappeso e l’obesità sono due problemi che stanno diventando vere e proprie emergenze sociali di livello mondiale. Il dato sconcertante è che il sovrappeso e l’obesità sono ormai emergenze anche infantili, con adolescenti che vanno in contro a malattie correlate anche molto gravi. L’obesità è infatti un importante fattore di rischio di malattie croniche e, in età pediatrica, si associa ad una precoce insorgenza di patologie dell’età adulta come diabete di tipo 2, ipertensione arteriosa e iperlipidemie. E i meccanismi metabolici con cui l’adiposità precoce può indurre queste malattie cronico-degenerative non sono ancora del tutto chiari.

I “Vocs”

Anche per questo il contributo arriva dall’Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) di Avellino appare come un importante passo in avanti contro l’obesità. Non è un caso che il lavoro abbia meritato la pubblicazione su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. «Abbiamo analizzato campioni di urine di bambini appartenenti alla coorte italiana di un progetto pilota di cui siamo partner, I. Family», spiega Rosaria Cozzolino dell’Isa-Cnr. «I risultati iniziali hanno già permesso di evidenziare per la prima volta che nelle urine di bambini sovrappeso o obesi il profilo dei composti organici volatili (Vocs), prodotti nei normali processi metabolici dal nostro organismo, è significativamente differente, dal punto di vista qualitativo, da quello di bambini normopeso: alcuni composti presenti potrebbero quindi ricoprire il ruolo di biomarcatori metabolici dell’obesità infantile e delle relative complicanze».

Diagnosi precoci

L’introduzione di tecniche avanzate per l’estrazione dei Vocs da fluidi biologici ha già consentito di evidenziare che, in presenza di alcune malattie, i profili di tali sostanze possono subire alterazioni qualitative e quantitative. «Queste evidenze scientifiche hanno permesso, recentemente, l’individuazione di potenziali biomarcatori volatili nella diagnosi o nel monitoraggio di diverse patologie, tra cui infezioni batteriche, malattie cronico-degenerative, disturbi neurologici e diversi tipi di cancro», conclude la ricercatrice. «La nostra linea di ricerca offre ora indicazioni promettenti per la comprensione dei processi e dei percorsi fisiopatologici che portano allo sviluppo dell’obesità e potrà contribuire in prospettiva a sviluppare nuove strategie terapeutiche. Inoltre, i campioni di urina, tra i vari fluidi biologici, presentano evidenti vantaggi per l’analisi dei metaboliti volatili, sia perché possono essere raccolti facilmente e in maniera non invasiva, sia perché contengono concentrazioni superiori di Vocs rispetto ad altri liquidi corporei».

 

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