Prevenzione

Cancro del colon, così ci si salva la vita

Colesterolo
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Chi vive in Campania ha una più alta probabilità di ammalarsi di cancro del colon retto rispetto a chi vive in qualsiasi altra regione del Nord Italia e la prevalenza di questo tipo di cancro è destinata ad aumentare, perché la Campania è una regione che lentamente sta vedendo aumentare l’aspettativa di vita e migliorare le tecnologie per una diagnosi endoscopica precoce. Il dato fortemente negativo è invece legato alla sopravvivenza a 5 anni per cancro del colon retto. Il valore è del 59% contro il 65% del centro Nord. Per salvarsi la vita lo screening con la ricerca del sangue occulto nelle feci e la successiva colonscopia per i soggetti positivi, con la contestuale rimozione di lesioni precancerose o di tumori allo stadio iniziale sono essenziali.

Un patto per la vita

Proprio per questo, per riuscire a fare una prevenzione efficace, la Asl Napoli 3 Sud ha sottoscritto un accordo con l’Istituto nazionale dei Tumori Fondazione Pascale di Napoli, un accordo che vede centrale il Maresca di Torre del Greco, diretto da Maria Antonia Bianco. Il progetto è stato approfondito nel corso di un appuntamento scientifico in programma a Napoli. Sotto la lente i fattori di rischio generici e quelli correlati, la prevenzione primaria e secondaria del cancro del colon retto. I responsabili di tutte le aziende sanitarie coinvolti nelle reti oncologiche multidisciplinari integrate previste dal Piano oncologico regionale sono stati i protagonisti di una tavola rotonda in cui è stato tracciato il punto della situazione sul fronte degli screening. Coordinatori delle Assise oltre a Maria Antonia Bianco anche gli specialisti Francesco Giugliano e Francesco Bianco. Il protocollo di collaborazione della Asl Napoli 3 sud col Pascale prevede la presa in carico multidisciplinare; tempi certi delle diverse fasi in cui si articolerà il percorso diagnostico terapeutico dei pazienti con tumori del colon e del retto.

Presa in carico

L’intesa prevede la definizione e la gestione dell’intero percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) dei pazienti colpiti da tumore del colon retto che parte dalla ricerca di sangue occulto nelle feci. L’organizzazione dello screening nella Asl Napoli 3 sud prevede il reclutamento della popolazione target di età compresa tra 50 e 74 anni con l’invio di lettere a domicilio da parte dei medici di medicina generale, degli operatori distrettuali e dei centri per gli screening. I kit possono essere ritirati in farmacia, il test viene infatti eseguito a casa e il campione depositato presso una qualunque farmacia del territorio. I campioni vengono poi esaminati al presidio di Pollena Trocchia e refertati. Se positivi si prosegue con esami endoscopici ed interventi di II livello. Ciò significa che a fronte di una diagnosi effettuata a livello territoriale presso le unità di colonscopia della Asl Napoli 3 Sud, e in particolare del Maresca, una presa in carico del paziente presso l’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli da parte di un gruppo oncologico multidisciplinare (Gom) interaziandale, costituito da oncologi medici, chirurghi, radioterapisti. Questo garantirà una valutazione iniziale complessiva delle esigenze dei vari pazienti e la definizione preliminare di un percorso concordato tra le varie competenze, mediche, chirurgiche, di radioterapia.

Colonscopia

L’esame endoscopico oltre ad effettuare la diagnosi di cancro mira a ridurre l’incidenza e attraverso la rimozione dei precursori (polipi adenomatori) con riduzione della mortalità. Lo screening indagine di massa effettuato sulla popolazione asintomatica mediante ricerca di sangue occulto nelle feci (Fit) e colonscopia successiva (per i soggetti positivi alla Fit) consente sia il riconoscimento e la rimozione dei precursori che una diagnosi di cancro negli stadi iniziali della malattia e quindi suscettibili di resezione chirurgica senza diffusione metastatica.

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