Prevenzione

Cancro del colon retto, un protocollo unico in Europa

cancro, ricercatrici al lavoro in laboratorio

Nel cancro del colon retto le best practice nascono nella Terra dei Fuochi. In questo senso la Campania fa scuola grazie ad un progetto, divenuto poi un protocollo d’intesa, ideato dal dottor Francesco Bianco (responsabile della chirurgia di III livello dello screening delle neoplasie colorettali). La convenzione è quella che vede protagoniste l’Asl Napoli 3 Sud e il Pascale, quindi l’azienda sanitaria responsabile della salute di molti cittadini che vivono a ridosso o all’interno della Terra dei Fuochi e uno dei più importanti Istituti per al lotta al cancro. Il via al progetto è avvenuto tra il 2011 e il 2012.

Senza eguali in Europa

Il dottor Francesco Bianco
Il dottor Francesco Bianco

Il percorso ideato da Bianco prevede tre step, dallo screening sino ad un eventuale intervento. screening si prende cura del paziente sino ad un eventuale intervento.  Insomma, un percorso oncologico capace di abbinare concetti riconosciuti a livello internazionale ad un protocollo di screening, in modo da affiancare diagnosi precoce e trattamento ottimale».

Il paradosso

Il paradosso, tipico della nostra bella Italia, è che negli ultimi 5 anni nessuna risorsa è arrivata. Restano i medici “volontari” del territorio e del Pascale, e l’equipe di Banco. Lui è sempre li in prima linea a lavorare a testa bassa. Il progetto ha portato numeri incredibili: centinaia di migliaia le perone sottoposte a screening (più di 150mila), più di 10mila le endoscopie realizzate e circa 800 gli interventi chirurgici che hanno salvato molte vite.

Gli stanziamenti

I soldi in realtà ci sarebbero, da reperire nei 16milioni di euro stanziati per il 2016 e il 2017. Per rintracciare la genesi di questi stanziamenti si deve partire dalla legge del 6 febbraio 2014 “Terra dei fuochi” che prevedeva che entro 2 mesi la Regione avviasse programmi ad hoc per questi territori. Il secondo step è contenuto nel decreto 38 del commissario Polimeni «Programma Regionale per l’attuazione delle misure sanitarie disposte dalla legge 6 del 6 febbraio 2014». Ora la speranza è che si riesca ad arrivare presto allo step 3 di questa odissea, chiedendo anche alle altre Asl di applicare un percorso simile, dopo aver valutato gli indicatori di risultato.

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