Psicologia

Sindromi frontali: quanto siamo davvero liberi di scegliere?

cervello illuminato su una figura di profilo

La corteccia prefrontale è la parte anteriore del lobo frontale del cervello ed è implicata nella presa delle decisioni e nelle azioni complesse in cui è richiesta una pianificazione. È di fondamentale importanza nelle funzioni esecutive, cioè quei processi cognitivi superiori che riguardano il ragionamento, l’organizzazione ed esecuzione dei movimenti, le abilità di previsione, concentrazione, di astrazione e di presa di decisione, di iniziativa e pianificazione, di flessibilità cognitiva, di inibizione comportamentale, che insieme permettono l’esecuzione del comportamento contestualmente adeguato: danni al lobo orbitale (che fa parte della corteccia frontale) causano, infatti, condotte socialmente inappropriate. É quello che accade nelle cosiddette “sindromi frontali”. Una lesione della corteccia frontale porterebbe, nella maggior parte dei casi, all’impossibilità di inibire e modulare le risposte comportamentali ed emotive a seconda del contesto, con annessa alterazione della personalità e del tono dell’umore, infatti molti studiosi si sono posti la domanda di quanto siamo veramente padroni delle nostre scelte. Uno dei casi più eclatanti è quello di un uomo di 40 anni che, a causa di un tumore al cervello della grandezza di un uovo che premeva sul lobo frontale destro, iniziò a manifestare comportamenti devianti verso la figliastra e non riusciva a controllare gli impulsi quando si trovava davanti a ragazze attraenti, con inevitabili problemi con la legge. Il caso venne riportato nel 2001 dai neurologi dell’Università della Virginia i quali, asportata la massa tumorale, videro i comportamenti sopracitati scomparire. Questo caso solleva numerosi interrogativi su come i tumori alterino le funzioni del cervello, ma anche come possano influenzare il comportamento ed il giudizio. Ci sono altri casi documentati in cui le persone con tumori cerebrali, o comunque con danni alla corteccia frontale, hanno iniziato a dire bugie e, anche se molto raramente, a commettere omicidi. La questione negli Stati Uniti è stata fonte di numerosi dibattiti dal punto di vista giuridico e di applicabilità della penaNegli USA la pena di morte per le persone con ritardo mentale è stata messa al bando nel 2002, a questo punto la domanda sorge spontanea: è giusto condannare a morte persone affette da una sindrome frontale?

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