Alimentazione

Viticoltura 4.0: università e ricerca fanno squadra e firmano protocollo

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La parola d’ordine è sostenibilità, anche quando si parla di vigneti, perché la salute dei cittadini dipende anche dall’ambiente.
Su queste basi si fonda il protocollo sottoscritto dalle sette università ed enti di ricerca italiani, con l’obiettivo di migliorare la sostenibilità della viticoltura sia ambientale, sia economico e sociale.

Si punta al rinnovo della piattaforma varietale e del miglioramento delle tecniche di coltivazione della vite (sia destinate alla tavola sia al vino), per preservare e migliorare la salute umana. L’accordo è stato sottoscritto dalle Università degli studi di Padova, Verona e Udine, la Libera Università di Bolzano, l’IGA Udine, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige e il CREA Viticoltura ed Enologia di Conegliano.

D‘altronde vino e frutta sono veri e propri elisir di lunga vita e meritano costante ricerca. Nelle viti è racchiuso il segreto per avere una memoria eccellente il più a lungo possibile. Sembrerebbe che una molecola con proprietà antiossidanti presente nel vino rosso, nell’ uva e frutti di bosco, chiamata”resveratrolo”, abbia la facoltà di contrastare il declino della memoria, le difficoltà di apprendimento e anche il peggioramento dell’umore che sono sintomi legati all’eta’.

Il protocollo, firmato il 14 dicembre a Pordenone, nell’ambito di Expo Rive 2017, il Salone internazionale dedicato alla viticoltura e all’enologia, è preliminare ad una raccolta di fondi che vedrà gli stakehoder, pubblici e privati, coinvolti nel finanziamento di un piano di lavoro di durata almeno quinquennale. Con questa firma, le università e gli enti di ricerca sulla vite e sul vino del Triveneto hanno dichiarato il loro comune impegno verso lo sviluppo di un progetto di ricerca dal titolo “Viticoltura 4.0”.
Dieci anni dopo l’importante risultato ottenuto dalla ricerca italiana con il sequenziamento del genoma della vite, che ha visto protagonisti i sette centri di ricerca, questo accordo rappresenta un’altro passo da cui partire per sviluppare il futuro della viticoltura. L’accordo consente di mettere a fattor comune risorse intellettuali e strumentali e accelerare il processo di trasferimento dei risultati della ricerca dai laboratori ai vigneti con benefici per i viticoltori, per i consumatori e per l’ambiente.

 

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