Ad oggi, non si hanno dati certi sulla diffusione dei disturbi posturali, così come mancano percorsi codificati per la presa in carico delle persone affette da queste disfunzioni. Spesso i pazienti se ne accorgono molto tardi, quando hanno già dolore. Il Ministero della salute ha promosso l’elaborazione del documento Linee guida nazionali sulla classificazione, inquadramento e misurazione della postura e delle relative disfunzioni, per fornire alle professionalità sanitarie coinvolte nella prevenzione, diagnosi e cura del disturbo posturale, indicazioni univoche, condivise e basate sulle migliori evidenze scientifiche disponibili.
Si è deciso, in prima istanza, di procedere ad un inquadramento generale della tematica, sulla base dei dati disponibili in letteratura, con attenzione a quali sono le modalità anamnestiche e obiettivo-cliniche da adottare per identificare un individuo con sospetta disfunzione posturale.
Ogni “faulty posture” del corpo porta un maggiore sforzo sulle strutture di supporto e il venir meno di un buon equilibrio sulla sua base di appoggio. Nel tempo può portare poi all’insorgenza di sintomatologia, con dolore alla testa ed al collo. “È opportuno – si legge nel documento – promuovere interventi, soprattutto a carattere preventivo, che, per avere la massima efficacia, necessitano dell’interazione sinergica di tutte le professionalità deputate al mantenimento e al ripristino di una corretta postura”.
Il documento è stato prodotto da un apposito Gruppo di lavoro, composto da figure scientifiche, accademiche e laiche coinvolte nei processi di prevenzione, diagnosi, assistenza e cura del disturbo. Gli esperti che hanno preso parte al gruppo di lavoro, sono stati nominati con Decreto Ministeriale (D.M.) del 23 novembre 2016 e D.M. del 27 gennaio 2017.
Il documento prodotto è stato sottoposto al vaglio del Consiglio Superiore di Sanità che ha espresso parere favorevole sui contenuti tecnici e sulla qualità metodologica.
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