Farmaceutica

Hiv, tubercolosi e malaria, servono fondi per accelerare la ricerca

Sistema immunitario , ricercatrice in laboratorio

Un vaccino per l’Hiv? Decisamente lontano, a meno che non vengano triplicati i fondi investiti nella ricerca. A gelare le speranze di centinaia di migliaia di pazienti non è il luminare di turno, ma addirittura uno studio studio finanziato dalla Bill and Melissa Gates Foundation e l’Agenzia svizzera per lo sviluppo, pubblicato su Gates Open research (piattaforma open-access della Fondazione Gates per la pubblicazione rapida degli studi).

I tre grandi nemici

Sotto la lente dello studio non solo l’Hiv, ma anche la malaria e la tubercolosi, vale a dire i tre principali killer dei paesi poveri. Ciò che viene rilevato è che è altamente improbabile che si possa arrivare ad un vaccino nel breve o medico periodo , a meno che non si triplichino i fondi investiti a livello mondiale per la ricerca in questo campo.

Epatite C

La ricerca, coordinata dal Duke Global Health Institute di Durham, ha valutato 538 prodotti in fase di sviluppo per 35 malattie che colpiscono i paesi poveri. Ha così concluso che sono fuori portata anche altri obiettivi, come il vaccino contro l’epatite C, quello combinato contro le principali cause di diarrea letale, una cura per la tubercolosi e nuove terapie per una dozzina di malattie neglette, tra cui lebbra, dengue e malattia del sonno.

I fondi da investire

Per avere dei veri progressi contro queste malattie entro il 2030, dicono i ricercatori, la spesa per la ricerca a livello mondiale dovrebbe arrivare a circa 9 miliardi l’anno, contro gli attuali 3 miliardi spesi attualmente. Secondo lo studio, nei prossimi 12 anni è probabile che vengano approvati 125 nuovi prodotti, di cui oltre la metà sono nuovi test diagnostici, vaccini contro il tifo e lo stafilococco, una migliore combinazione dei farmaci esistenti per malaria, tbc ed epatite C, e migliori farmaci per l’influenza. Il grande problema è chiaramente nel reperire le risorse necessarie, o meglio nel motivare coloro i quali sono chiamati a prendere decisioni in merito a stanziare più fondi. Ed è difficile credere, al momento, che le cose possano cambiare.

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