Psicologia

Clinomania, quando il letto diventa una prigione

Clinomania, se il letto è una prigione
Clinomania, se il letto è una prigione

Alzarsi dal letto è un’impresa? Potreste essere affetti da clinomania, una sorta di “sindrome del dormiglione”. Ok, non è il caso di allarmarsi. Nella maggior parte dei casi la riluttanza ad alzarsi è normale, ancor più con queste giornate uggiose. Per chi soffre di clinomania le cose sono diverse: coperte e lenzuola diventano un caldo rifugio, un vero e proprio scudo dalla realtà. Un modo insomma, per sfuggire alle responsabilità di tutti i giorni e tenersi al riparo. Ad essere maggiorente esposte a questo disturbo sono le persone che soffrono di depressione. Va detto che la clinomania, che non è riconosciuta dal punto di vista medico, non si basa solo sul sentirsi più sonnolenti del solito: è proprio un’incapacità cronica di lasciare il letto.

Come uscirne

Coloro che dicono di soffrirne possono rimanere a letto per giorni e giorni e spesso provano ansia al pensiero di alzarsi. Possono anche sentire il desiderio impellente di tornare sotto le coperte una volta che le hanno lasciate. Secondo l’esperto è importante sapere che è improbabile che venga diagnosticata la sola clinomania. Di
solito è considerato un sintomo di una condizione di base come la depressione o la sindrome da stanchezza cronica. Una buona strategia per chi prova la sensazione di non volersi alzare è cambiare le proprie abitudini. Per prima cosa, cercare di regolare la quantità di sonno. Il relax è fondamentale: si può provare prima di andare a letto con un bagno o un po di esercizio leggero come lo yoga. No alle distrazioni come telefoni e computer, si invece all’attività sessuale.

Melatonina

Per regolare i ritmi circadiani, e quindi ritrovare una corretta proporzione del ciclo veglia/sonno, può essere molto utile qualche integratore alimentare. Tra gli altri la melatonina è tra i più efficaci. La melatonina viene spesso presentata come un ormone prodotto da una piccola ghiandola del cervello chiamata epifisi, in realtà non si tratta di un vero e proprio ormone, perché continua ad essere presente nel nostro organismo anche in assenza della ghiandola pineale, per esempio in seguito a un’asportazione chirurgica. Questa sostanza viene prodotta in base all’alternanza luce-buio e la sua secrezione influenza il ritmo sonno-veglia e di conseguenza una sua carenza può portare all’insonnia.

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