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Artrite reumatoide: smog fattore di rischio. Studio italiano mostra effetti

Artrite reumatoide: smog fattore di rischio. Studio italiano mostra effetti

Lo smog e in particolare il gas di scarico delle auto diesel sarebbe un fattore di rischio per l’ artrite reumatoide. La malattia cronica interessa le articolazioni, ma coinvolge anche tutto l’organismo. La notizia arriva dai ricercatori dell’Università di Roma La Sapienza. Si tratta di un passo avanti negli studi che indagano l’influenza dell’ambiente in malattie autoimmuni, come quelle reumatiche.

La malattia 

In Italia, si stima siano circa 250.000 le persone con artrite reumatoide, in Europa si arriva a 2,9 milioni. Si tratta di una patologia autoimmune, cronica e progressiva, caratterizzata da infiammazione, dolore, rigidità articolare e danni a cartilagine e osso, che comportano una disabilità progressiva. A questa si possono associare affaticamento e depressione, con importanti conseguenze sul benessere psicosociale del paziente, nonché complicanze sistemiche, come comorbilità cardiovascolari. Le donne hanno una probabilità doppia di sviluppare questa patologia rispetto agli uomini. L’insorgenza dell’artrite reumatoide è collegata a un aumento dei livelli di ‘citrullinazione’, un processo naturale di regolazione della funzione delle proteine che, se diventa eccessivo, provoca un accumulo patologico di proteine citrullinate. Queste, a loro volta, evocano una risposta che causa la produzione di anticorpi, determinando un attacco autoimmune contro i tessuti normali. 

Lo studio 

Il principale fattore ambientale che attiva il processo che porta alla patologia è il fumo di sigaretta, ma il team, coordinato da Guido Valesini, in collaborazione i ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), oggi ha correlato altri fattori scatenanti che attivano il sistema immunitario. Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Death & Disease, ha indagato il ruolo del particolato atmosferico proveniente dai gas di combustione dei motori diesel Euro 4 ed Euro 5 e ne ha valutato gli effetti sulla funzionalità e sulle caratteristiche biologiche delle cellule del tessuto bronchiale. I risultati mostrano come le nanoparticelle derivanti dalla combustione dei motori diesel siano in grado di indurre autofagia (una forma di autodigestione) e morte delle cellule dell’epitelio bronchiale, con concomitante produzione di proteine citrullinate. “Sulla base di questa nuova osservazione – spiega Valesini – si può ipotizzare che l’inquinamento atmosferico possa avere un ruolo non secondario, in soggetti predisposti, nella patogenesi di alcune malattie immunomediate, come l’artrite reumatoide”.

 

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