Prevenzione

Antibiotico resistenza fa 30mila morti l’anno. Il punto

L’antibiotico- resistenza: una donna assume diverse pillole

Senza antibiotici anche una banale infezione potrebbe essere mortale. Negli ultimi anni, l’uso eccessivo o inappropriato degli antibiotici, sia in medicina umana sia veterinaria e in agricoltura, ha creato il fenomeno dell’antibiotico resistenza. Una correlazione provata a livello scientifico. In un recente articolo, pubblicato su Lancet Infectious Diseases, è stato stimato un numero di decessi intorno a 30 mila l’anno, in Europa, a causa dell’antibiotico resistenza. Un numero aumentato rispetto ad una precedente stima con i dati del 2007. I dati della sorveglianza EARS-Net, coordinata dall’ECDC, alla quale partecipa anche l’Italia con la sorveglianza AR-ISS, mostrano una situazione critica in tutta Europa. Tra le resistenze peggiori, quella ai carbapenemi, soprattutto in Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter baumannii. Ma preoccupa anche l’aumento della resistenza ai glicopeptidi in Enterococcus faecium.

In cifre

Il recente studio dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) e del Burden of AMR Collaborative Group, pubblicato su The Lancet Infectious Diseases, stima che:

  • circa 33.000 persone muoiono ogni anno come conseguenza diretta di un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici (1/3 dei casi si verificano in Italia)
  • il peso di queste infezioni è paragonabile a quello di influenza, tubercolosi e HIV-AIDS messi insieme
  • il 75% del carico di malattia è dovuto a infezioni associate all’assistenza sanitaria
  • il 39% del carico è causato da infezioni batteriche resistenti a antibiotici di ultima generazione come carbapenemi e colistina.

La situazione critica in Italia

Un terzo dei decessi e in genere un terzo di tutto l’impatto attribuito alle infezioni antibiotico-resistenti è a carico del nostro paese, primo in Europa sia come numero di morti che come incidenza delle infezioni resistenti. In Italia la resistenza agli antibiotici, come documentato dai Rapporti annuali della rete EARS-Net, è maggiore della media europea per molte combinazioni microrganismo/antibiotico di prima linea per la cura delle infezioni.

Un Rapporto dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development) stima l’impatto economico delle infezioni antibiotico-resistenti in 33 paesi aderenti all’organizzazione. Secondo l’OECD l’Italia si trova minacciata da un vero e proprio tzunami che rischia di travolgere il sistema sanitario. Il costo delle infezioni antibiotico-resistenti solo per l’Italia è stato stimato in 13 miliardi di dollari da qui al 2050.

Tuttavia, ci sono anche segnali positivi. Lo scorso anno è stato approvato il primo Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-resistenza con sei aree di azione, in un’ottica “One health”, cioè integrata tra medicina umana, medicina veterinaria, agricoltura e ambiente. Si basa sulle indicazioni fornite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dalla Commissione europea.

Il rapporto dell’OECD mostra anche alcune semplici azioni per contrastare l’antibiotico-resistenza, associata soprattutto a infezioni  in ambito assistenziale. Tra queste, implementare l’igiene delle mani, l’antimicrobial stewardship per l’appropriato uso di antibiotici e migliorare l’igiene ospedaliera, potrebbero avere un grosso impatto sulla vita delle persone e sul risparmio economico.

“Gli antibiotici sono un bene prezioso che si sta esaurendo nel tempo – scrive l’iss – un loro uso scorretto potrebbe portarci indietro negli anni, quando gli antibiotici non esistevano e le malattie infettive potevano anche essere mortali”.

“È necessario che tutti contribuiscano ad un uso corretto e responsabile degli antibiotici –continua – anche negli animali e adottino alcuni semplici accorgimenti, come lavarsi le mani, che aiutano a prevenire le infezioni.
Tutti possiamo fare la nostra parte per affrontare questa minaccia per la salute umana: pazienti, medici, infermieri, farmacisti, veterinari, agricoltori, cittadini e politici”.

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