“La promozione conquistata negli Usa rappresenta – afferma Coldiretti – un ulteriore riconoscimento degli effetti positivi sulla salute associati al consumo di extravergine che ha determinato negli ultimi venticinque anni un vero e proprio boom degli acquisti, con una crescita a livello mondiale del 49% che ha cambiato la dieta dei cittadini in molti Paesi. Un fenomeno particolarmente evidente negli Stati Uniti dove il consumo di olio di oliva è addirittura triplicato nello spazio di una generazione, arrivando alla cifra record di 315 milioni chili (+174%) e facendo salire gli Usa al terzo posto dopo Italia e Spagna tra i maggiori acquirenti”.
L’olio d’oliva nel mondo
Tuttavia la crescita dell’olio d’oliva sulle tavole di tutto il mondo, spiega la Coldiretti, è avvenuta in modo vorticoso anche in altri Paesi a partire dal Giappone (dove i consumi sono aumentati di 8 volte raggiungendo i 55 milioni di chili), mentre in Gran Bretagna si è registrata una crescita del 247,6% (fino a 58,4 milioni di chili) e in Germania l’incremento è stato del 359,7% (fino ai 61,6 milioni di chili). In Brasile, invece, l’aumento è stato del 313% (per un totale di 60 milioni di chili), in Russia del 233% (anche se le quantità restano limitate a 20 milioni di chili), il Canada con 39,5 milioni di chili e un incremento del 229% e la Francia che con un progresso del 154% ha superato i 111 milioni di chili.
“Si aprono dunque enorme potenzialità per la produzione Made in Italy – afferma la Coldiretti – che è il secondo produttore mondiale dopo la Spagna ma che può contare sul primato qualitativo con 47 olii Dop/Igp riconosciuti dall’Unione Europea e 533 diverse varietà di olive dai quali si ottiene un olio con percentuali di acido oleico che variano dal 72% all’83%, ben al di sopra del livello indicato dall’Fda”.
Danni del maltempo sulle tavole
“A pesare quest’anno è il crollo del 38% della produzione nazionale per un “raccolto” di 265 milioni di chili, un valore vicino ai minimi storici, a causa del maltempo con il gelo invernale di Burian e i venti accompagnati dalla pioggia durante la fioritura che hanno ridimensionato pesantemente i raccolti con almeno 25 milioni di piante di ulivo danneggiate dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo sino al Lazio e danni fino al 60% in alcune zone particolarmente vocate. Da qui l’esigenza – sostiene la Coldiretti – del rifinanziamento del piano olivicolo nazionale (Pon) per recuperare il deficit italiano e potenziare una filiera che coinvolge oltre 400 mila aziende agricole specializzate”.
“Sulle confezioni – continua la Coldiretti – è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009. In attesa che vengano strette le maglie larghe della legislazione per non cadere nella trappola del mercato il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive”.
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