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«Tiziana è stata uccisa dal cyber branco»

Tiziana Cantone
Tiziana Cantone

La tragica fine di Tiziana Cantone lascia aperti molti interrogativi sulle dinamiche psicologiche che generano in rete delle cyber aggressioni. Pericolose quanto, se non addirittura più, di quelle reali. Dopo che quei video hot sono finiti sul web, la vita di Tiziana Cantone è cambiata per sempre. Lei ha provato a reagire, a tirarsi fuori dal fango, ma le mani di centinaia di migliaia di persone che non ha mai conosciuto l’hanno trascinata nuovamente giù. Il web non ha avuto per lei alcuna pietà. Per la professoressa Rossella Aurilio, presidente della Società italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale, si tratta di una vicenda che andrà analizzata molto e a lungo. Una storia nella quale non esiste una sola colpa ma alla fine c’è un’unica vittima.

Professoressa, perché questo accanimento?

«E’ l’area della sessualità che per sua natura scatena anche l’area della “morbosità”. Si arriva così all’estremo».

Si tratta del fenomeno del branco?

«C’è anche questa dinamica, resa ancor più brutale dal fatto che queste sono relazioni mediate. Chiunque abbia scritto insulti, abbia prodotto una parodia o semplicemente abbia messo un “mi piace” ad uno di questi post ha partecipato a questo dramma. Il problema è che chi faceva questo non vedeva negli occhi Tiziana, non veniva dissuaso dal suo dolore. Questa è anche un aspetto da tenere in considerazione».

Rossella Aurilio
Rossella Aurilio

I social sono dunque un pericolo?

«Lo sono se non ci poniamo il problema di comprenderli sino in fondo. Abbiamo creato un mondo virtuale del quale non conosciamo le leggi. Questo è il pericolo. Credo che i social facciano ormai parte della nostra vita quanto ogni altra cosa del nostro quotidiano. Dobbiamo prenderne coscienza e  attrezzarci a viverci dentro nel modo giusto».

Tiziana è stata vittima di questo fenomeno?

«Credo che anche lei abbia commesso degli errori, anche se poi si dovrà capire sino a che punto la sua fragilità ne ha condizionato i comportamenti. Io però amplierei il discorso. Credo che dovremmo a questo punto fare una profonda autocritica, abbandonare ogni ipocrisia. Facciamo in modo che la fine di questa povera ragazza ci aiuti a migliorare. Facciamo in modo che il cyber branco non possa più aggredire nessuno».

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