Ricerca innovazione

Virus del raffreddore, l'incredibile scoperta dei ricercatori inglesi

ASMD Niemann Pick, una ricercatrice a lavoro
Niemann Pick

Un semplice virus del raffreddore potrebbe rivoluzionare le terapie per il tumore della prostata. La notizia si fa sta facendo strada poco alla volta, ma sta conquistando pian piano la curiosità del web e soprattutto l’attenzione degli addetti ai lavori. Del resto, se confermati da uno studio più ampio, i risultati ottenuti in Gran Bretagna sono veramente importanti. Al momento i fatti raccontano una storia incredibile: un piccolo trial clinico reso noto sulla rivista Clinical Cancer Research parla di un paziente risultato del tutto libero dalla malattia dopo il trattamento e altri 14 pazienti trattati nei quali si è osservata la morte delle cellule tumorali, con riduzione della massa tumorale.

LA RICERCA

Questi sono i promettenti risultati di una ricerca condotta presso la University of Surrey. Secondo gli scienziati autori del lavoro, il virus – chiamato coxsackievirus (CVA21) – potrebbe rivoluzionare la terapia per il tumore e ridurre il rischio di recidive. Quel che fa il virus è speciale, dichiara l’autore del lavoro Hardev Pandha. «Il virus penetra nelle cellule tumorali e le uccide azionando una proteina del sistema immunitario del paziente – spiega – e stimola altre cellule del sistema immunitario ad attaccare il tumore», che normalmente non viene attaccato dalle difese del corpo e per questo è definito “tumore freddo”. Infatti le cure attualmente in uso per questo tumore sono o invasive (la chirurgia) o molto tossiche e il rischio di recidive è sempre alto.

PRIMI CASI

Gli esperti hanno somministrato il virus a 15 pazienti direttamente in vescica attraverso un catetere, una settimana prima di procedere con la chirurgia. È emerso che il virus, oltre a uccidere direttamente il tumore infettando le cellule malate, stimola il sistema immunitario ad attaccare il male. «La riduzione della massa tumorale e la morte delle cellule malate è stata osservata in tutti i pazienti – sottolinea Pandha – e appena dopo una settimana dal trattamento il tumore è completamente scomparso in un paziente, mostrando l’enorme potenziale di questa cura». Non bastasse tutto questo, si è anche osservato che la cura non ha mostrato effetti collaterali. Entusiasmo alle stelle? Meglio andarci piano, servirà ora confermare il dato su altri pazienti. Secondo gli autori dello studio l’obiettivo è anche quello di affiancare al virus l’immunoterapia che finora è stata preclusa per questo tumore.

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