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Fake news e salute, attenti all’effetto ripetizione

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«A causa del surriscaldamento globale e del conseguente scioglimento dei ghiacci, un virus rimasto per milioni di anni congelato in Antartide sta mietendo vittime su vittime e presto minaccerà anche l’Europa». Notizia vera? Assolutamente no, si tratta solo di una fake news, ma che importa. Notizie assurde in ambito di salute popolano il web e spopolano sui social, creando danni enormi e non sempre riparabili. In rete oggi si trova di tutto e la disinformazione in ambito salute creata ad arte sui social network da società specializzate nella costruzione di notizie false per scopi a dir poco opachi ha costi altissimi. Il CEIS-EEHTA (Economic Evaluation and HTA)della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con la Kingston University di Londra, ha dato vita al progetto di ricerca “Impatto delle Fake News in ambito sanitario”, e i risultati sono drammatici.

FUORI CONTROLLO

I dati raccolti dicono qualcosa di terribile, spiega Francesco Saverio Mennini, direttore EEHTA del CEIS, Facoltà di Economia dell’Università di Roma di Tor Vergata e Kingston University di Londra, confermano che una fake news appena viene diffusa sta già sta producendo i suoi effetti negativi. Da quel momento è libera di diffondersi a macchia d’olio. Diventa virale, nel senso più letterario del termine, e i cittadini perdono la capacità di comprendere se è vera o falsa. Anche le persone avvertite che si trattava di fake news, vedendole riproposte iniziavano a ritenerle meritevoli di condivisione.Francesco Saverio Mennini -Il progetto ha consentito di indagare gli effetti sociali ed economici delle bufale in sanità con particolare riferimento alla prevenzione. Dai nostri test ultimati nel settembre 2019,  le fake news sulle vaccinazioni sembrerebbero essere quelle con maggior rischio di condivisione e percezione di veridicità». Ed eccoli i dati: l’indagine ha coinvolto oltre 1.600 partecipanti, poi divisi in due gruppi. Uno in cui erano dichiarate le fake news con dei flag specifici e uno in cui le notizie false non erano indicate. In entrambi i gruppi, le fake news sono state condivise, i risultati non hanno mostrato alcuna differenza. Mediamente il 60% dei soggetti intervistati, nella realtà condividerebbe la fake news proposta anche se solo poco più della metà la ritiene veritiera. Dallo studio emerge che iI 92,4% delle notizie false rilevate appartiene all’ambito dei vaccini, il 3,3% allo screening alla prostata, il 2,2% allo screening al colon-retto ed il 2,1% allo screening al seno. L’aumento vertiginoso delle fake news negli ultimi anni ha generato incertezza e preoccupazione nelle famiglie contribuendo alla riduzione dell’efficacia delle strategie preventive attuate dal Ministero della Salute. Questi effetti, non incrementano solo i rischi di diagnosi ritardata di patologie ad alta letalità (screening), ma generano anche un maggior numero di patologie croniche e acute con un aumento vertiginoso dei costi.

EFFETTO RIPETIZIONE

Uno degli effetti notati dai ricercatori lo potremmo definire “effetto ripetizione”, nel senso che si è notata una tendenza più elevata di condivisione della fake news se questa è stata già letta da qualche parte. Chi ha già letto la fake news da qualche parte, poi ha un rischio di percepirla vera molto più alto rispetto al gruppo che non ha mai sentito la notizia. Un grosso problema nella gestione delle notizie on line è la mancanza di un controllo delle fonti. Molti cittadini danno credito a qualunque cosa leggano, senza preoccuparsi di verificare da dove provengano le notizie e se siano reali o meno. Così facendo nascono le fake news, notizie false, sì, ma che producono danni molto reali.

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