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Cancro al fegato, in Campania 5 morti al giorno

Covid

In Campania si muore ancora troppo a causa di malattie del fegato che potrebbero avere sorti decisamente differenti. Si parla di cirrosi epatica e tumore del fegato, che nella nostra regione contano ancora più di 1.800 decessi l’anno.  In particolare, solo per tumore al fegato muoiono in Campania 5 persone ogni giorno. Per fronteggiare questa emergenza si è costituita in Campania una “task force”: medici specialisti, istituzioni ed associazioni di pazienti collaborano ai tavoli tecnici regionali garantendo programmazione, il costante monitoraggio delle esigenze assistenziali nei “contesti reali” ed uno scrupoloso rispetto dei percorsi diagnostico-terapeutico -assistenziali. Il lavoro da fare è enorme, bisogna implementare gli screening e le coperture economiche, mettere un argine alla migrazione sanitaria, far emergere il sommerso e continuare il lavoro di squadra tra specialisti, associazioni di pazienti e istituzioni. Molto di tutto ciò è stato avviato e poi c’è l’ottimo esempio dell’asl Napoli 1 centro che ha creato una “scuola” per familiari di pazienti affetti da malattie al fegato.

IL NETWORK

Il punto sul problema è stato fatto nel corso della prima giornata del corso di aggiornamento che si sta svolgendo al centro congressi della Federico II in via Partenope “Epatologia nel terzo millennio”, promosso dall’ospedale evangelico Betania e coordinato dal dottor Ernesto Claar, responsabile dell’unità operativa di Epatologia della struttura e espressione del network epatologico dell’Asl Na 1 centro. «Ancora una volta – dice Claar – abbiamo dimostrato che fare rete è essenziale, in termini di risultati ottenuti, proposte e coinvolgimento delle realtà coinvolte. Siamo la prima regione in Italia in termini di terapia erogate/popolazione per la cura dell’epatite C. Abbiamo creato una rete efficiente ed efficace per la cura dell’epatocarcinoma attraverso un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale regolato dalla Rete Oncologica Campana, stiamo riuscendo a creare una organizzazione per i trapianti di fegato sempre più valida, incrementando la fiducia dei cittadini e riducendo la migrazione sanitaria».

IL DIBATTITO

A salutare i partecipanti tra gli altri Ciro Verdoliva direttore generale della Asl Napoli 1 centro, Ugo Trama dirigente politica farmaco e dispositivi della Regione Campania, Antonio Corcione responsabile del Centro regionale trapianti che ha puntato sui dati importanti diffusi e ottenuti grazie alla sinergia tra gli specialisti e le istituzioni, seguito da Cordelia Vitiello presidente della Fondazione evangelica Betania e da Luciano Cirica direttore generale dell’ospedale evangelico Betania che ha sottolineato quanto «nella politica di bilancio del governo per la sanità ci sia sempre una differente ripartizione dei fondi e vengano penalizzate regioni come la Campania più esposte a rischio povertà. claar-gardini-rostanIn Campania abbiamo 200 euro pro capite in meno rispetto alla Lombardia. Ciò va contro i principi legge che devono garantire equità nelle spese mediche. Bisognerebbe seguire, tra i parametri distributivi delle risorse, gli indici di deprivazione socioeconomica». In sala l’onorevole Michela Rostan, vice presidente della Commissione Affari sociali della Camera che ha puntato sull’importanza sociale della cura del malato e su come intervenire anche sul sommerso: «Favorendo screening e mettendo a disposizione risorse economiche si favorirà sicuramente l’eradicazione di malattie come l’epatite C. Se un paziente è individuato (magari coinvolgendo chi opera in carceri, comunità di recupero, medici di base) e curato bene, si ottiene un risparmio economico e ciò è un valore importante per l’intera comunità». E un’iniziativa rilevante dal punto di vista medico ma soprattutto sociale è quella portata avanti dall’Asl Napoli 1 centro, come ha messo in luce Rosa Ruggiero, coordinatore network epatologico Asl Napoli 1 «Abbiamo dato vita alla prima scuola per caregiver riservata ai parenti di pazienti epatopatici che volontariamente hanno aderito. Già abbiamo formato una classe: i familiari dei pazienti sanno come agire e comportarsi per rispondere ai bisogni dei loro cari ammalati. Immaginiamo altre scuole per caregiver per i familiari di chi è affetto da patologie croniche». Coinvolte attivamente le associazioni dei pazienti EpaC (presente il presidente nazionale Ivan Gardini) ed Aitf. Presentati poi dall’infettivologo Vincenzo Messina (responsabile centro prescrittore Aorn Caserta) i dati sul “modello Caserta” in pratica la sinergia tra centro prescrittore, serd e carceri per favorire l’accesso alla terapia di fasce fragili e normalmente lontane dalla diagnosi e cura dell’epatite C.

GIORNATA CONCLUSIVA

Proprio oggi si è tenuto  focus su alimentazione durante e dopo la terapia antivirale per HCV, rivolto ai pazienti e ai curiosi. I gastroenterologi Nicola Caporaso, presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia Onlus (Fire) e Ernesto Claar, la nutrizionista Federica Claar e lo chef stellato Paolo Gramaglia hanno risposto alle domande dei pazienti e dei loro familiari. Uso del sale, come friggere in modo sano, come trattare i legumi e ottenere una complementazione proteica, come fare un piatto buono con pochi grassi e preservare le proprietà nutritive degli alimenti facendo attenzione ai metodi di cottura, sono solo alcuni degli argomenti dei quali si è parlato.

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