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Sì alla legge sulla donazione post mortem

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Se donare gli organi è sempre stato considerato (a giusta ragione) un gesto nobile, non sempre con la stessa benevolenza si è guardato in Italia alla donazione del proprio corpo alla scienza post mortem. Pratica sino a ieri vietata dalla legge. Ora però è arrivato il via libera definitivo della commissione Affari sociali della Camera, in sede legislativa, alla legge in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica. Il testo proposto in Senato per iniziativa del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri (M5S), è stato definitivamente approvato a Montecitorio all’unanimità.

STRUMENTO IN PIU’

«Da oggi la sanità e la ricerca scientifica hanno uno valido strumento in più dalla loro parte». Ha detto Vito De Filippo, capogruppo di Italia Viva in Commissione Affari sociali della Camera, a proposito dell’approvazione della legge sull’utilizzo del corpo e dei tessuti post mortem a fini scientifici. «Quello compiuto dalla legge – spiega – è un passo significativo per il sistema medico e scientifico perché la possibilità di studiare il corpo umano e i tessuti post mortem permetterà alla ricerca di allargare il suo campo di applicazione e dunque, si spera, anche i suoi avanzamenti. E insieme offre agli aspiranti medici un decisivo strumento di formazione. Il tutto nel rispetto della volontà del ‘donatore’ che potrà esprimere il proprio consenso. Siamo per questo molto soddisfatti che un provvedimento importante, che abbiamo sostenuto e votato, sia diventato realtà»,  ha concluso.

DONO PREZIOSO

Molto positivo anche il commento di Elena Carnevali, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali alla Camera. «Ci sono voluti anni e quasi due legislature per approvare la cosiddetta Legge post mortem, la cui storia richiama alla Proposta di Legge del collega Gero Grassi e altri approvata alla Camera nella scorsa legislatura. È una legge di solidarietà che permette a chi lo consente, nel rispetto del corpo umano, di donare corpo e tessuti ai fini di studio, formazione e ricerca scientifica. Con un decreto verranno individuati i centri di riferimento per i progetti di ricerca scientifica che avranno un ruolo cruciale per diversi campi, come l’eziologia di alcune malattie come Alzheimer o Sla oggi sconosciuta, a cui anche le Banche del cervello (Brain Bank) costituiscono un riferimento importante. Ora è necessario che si compia un lavoro di promozione dell’informazione e della conoscenza di questa legge. Abbiamo bisogno di un’alleanza tra istituzioni e professionisti perché vi sia la consapevolezza diffusa che il dono del corpo e dei tessuti per questi fini è un gesto che permette la crescita della ricerca e della formazione di tanti futuri professionisti».

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