Bambini

Bambini, le scuole potrebbero trasformassi in focolai

Ansia per il rientro a scuola. Alcuni bambini a scuola prendono appunti durante la lezione e la maestra scrive alla lavagna.
Massimo Galli: Cinque ore di stazionamento in classe da parte di bambini, con un distanziamento virtuale inesistente, rappresentano un incubatore perfetto per il virus

Sono molti i genitori preoccupati che a settembre le scuole dei più piccoli restino chiuse. La didattica on line funziona, ma è anche un grosso problema per migliaia di mamme e di papà che non sanno più come dividersi tra lavoro e i figli. Tornare in classe, tuttavia, potrebbe essere più difficile e rischioso di quanto si possa credere. Massimo Galli, direttore Malattie Infettive Ospedale Sacco Milano, intervenuto nel corso della trasmissione TV Agorà (RAI TRE), ha spiegato che «Cinque ore di stazionamento in classe da parte di bambini, con un distanziamento virtuale inesistente, rappresentano un incubatore perfetto per il virus. Da sempre – ha proseguito il presidente della Società Italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) – per le malattie a trasmissione aeree, le classi a scuola rappresentano un incubatore perfetto per il contagio, come dimostra l’influenza stagionale. Siamo un paese in cui non ci si vaccina e le classi sono ogni anno gli incubatori dell’influenza, che viene poi passata agli adulti».

ALLARME OMS

Non bastasse questo a preoccupare i genitori, nelle ultime settimane si è aggiunto anche l’allarme Covid rilanciato dall’OMS rispetto alla possibilità che il virus determini nei bambini una sindrome infiammatoria multisistemica, che può cioè coinvolgere più organi. Le evidenze ci sono, questa sindrome è stata osservata in bambini e adolescenti e sembrerebbe appunto collegata alla Covid-19. A mettere in allerta l’Orgnizzazione mondiale della sanità sono state le segnalazioni giunte da Europa e Usa di bambini ricoverati in terapia intensiva proprio per una condizione di “infiammazione sistemica”. Questa sindrome ha molti clinici ha ricordato la Malattia di Kawasaki. In totale nell’Unione europea finora sono stati riportati circa 230 casi sospetti tra i bambini della nuova sindrome infiammatoria multisistemica associata al Covid-19, di cui due morti, uno in Francia e l’altro nel Regno Unito. I sintomi, tra cui febbre, dolori addominali e problemi al cuore, sono un misto tra la sindrome di Kawasaki e quella da shock tossico, come segnala un bollettino del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Insomma, un quadro complesso che comprensibilmente preoccupa genitori ed esperti. È evidente che prima di riaprire le scuole sarà necessario elaborare una strategia precisa per evitare che a settembre si accendano nuovi focolai.

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