Bambini

Alexandra, dall'Albania all'Italia per guarire e tornare a sognare

La piccola Alexandra con il professor Esposito e la professoressa Staiano

Un intervento straordinario per restituire ad una vita migliore la piccola Alexandra. Arriva dal Policlinico Federico II di Napoli la storia della piccola Alexandra, una bimba di 8 anni albanese, dagli occhi sorridenti che da quando ha 7 anni non riesce a mangiare cibi solidi a causa di una malattia chiamata “acalasia esofagea”. Da Tirana, dove Alexandra vive, i genitori sono risalti all’eccellenza della Federico II di Napoli. In particolare il centro per il trattamento e la cura delle patologie gastrointestinali pediatriche legato al gruppo multidisciplinare della Pediatria del Policlinico federiciano. La piccola viene accolta da Annamaria Staiano, direttore dell’Unità operativa complessa di Pediatria Generale, che studia ed inquadra la patologia, e in un secondo momento viene operata da Ciro Esposito, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Pediatrica. Oggi Alexandra è nuovamente in Albania, mangia serenamente, senza alcun problema, e grazie alle nuove tecnologie viene monitorata a distanza. Oggi è completamente guarita.

LA PATOLOGIA

L’acalasia esofagea è una malattia rara (un caso /100000 abitanti/anno) che si manifesta solitamente in pazienti adulti tra i 40 e i 60 anni e, molto raramente, in età infantile e adolescenziale. I sintomi più frequenti della malattia sono la difficoltà nel deglutire, il rigurgito ed il dolore nel momento della deglutizione fino all’impossibilità ad alimentarsi. La terapia medica con calcio antagonisti non dà, di norma, buoni risultati, ed è necessario che i pazienti siano trattati con tecniche chirurgiche mini-invasive come la laparoscopia. L’intervento chirurgico per l’acalasia si chiama miotomia extramucosa e viene eseguito per via laparoscopica con i classici “mini-buchini” sull’addome, con l’obiettivo di eliminare completamente l’ostacolo al passaggio del bolo di cibo e consentire al paziente di riprendere a deglutire normalmente.

L’INTERVENTO

L’intervento consiste nella mobilizzazione della parte distale dell’esofago dall’addome, vale a dire che si “scolla” l’esofago dalle strutture anatomiche di ancoraggio naturale alla parete dell’addome e al diaframma e si incidono gli ultimi 5-7 cm delle fibre muscolari dell’esofago utilizzando nuovi sealing device e l’energia laser. I risultati a distanza di tempo sono ottimi circa il 90-95% dei pazienti risolve i propri disturbi in maniera definitiva ed il 5% circa migliora pur presentando la persistenza di una minima sintomatologia alla deglutizione. Utilizzando strumenti da 3-mm, il paziente non ha dolore nel post-operatorio, e grazie ad una telecamera ad alta definizione HD-3D con tecnica della fluorescenza ICG è possibile avere delle immagini magnificate e più nitide ed eseguire interventi estremamente precisi, che permettono una rialimentazione rapida ed una dimissione dopo pochi giorni.

CHILDREN HOSPITAL

«Sono orgogliosa del Children Hospital del Policlinico Federico II – spiega la Dg del Policlinico Anna Iervolino-, un centro in cui l’eccellenza delle professionalità si unisce all’avanguardia delle tecnologie, con sale di endoscopia pediatrica e sale operatorie chirurgiche tra le più moderne costruite in Italia. Grazie all’impegno degli operatori e agli investimenti realizzati possiamo paragonarci oggi alle grandi realtà pediatriche internazionali, come Londra e Parigi e rappresentiamo un punto di riferimento su tutto il territorio nazionale. Sempre più pazienti, infatti, migrano da altre regioni per essere accolti e curati dalla Pediatria e dalla Chirurgia Pediatrica della Federico II».

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