Ricerca innovazione

Allo Spallanzani i primi test sull’uomo del vaccino anti-COVID made in Italy

vaccino anti-COVID

La Regione Lazio annuncia l’arrivo delle prime dosi del vaccino anti-COVID italiano all’Istituto Spallanzani di Roma per l’inizio della fase di sperimentazione sull’uomo.

La ricerca, finanziata dalla Regione Lazio e dal Ministero della Ricerca, ha portato alla realizzazione del vaccino anti-COVID, che ha già superato i test preclinici evidenziando la forte risposta immunitaria indotta e il buon profilo di sicurezza.

Questo vaccino si basa sul principio del vettore virale non replicativo, ossia incapace di produrre infezione nell’uomo: attraverso tecniche di ingegneria genetica il virus, infatti, è stato modificato per azzerarne la capacità di replicazione. Successivamente è stato inserito al suo interno il gene della proteina S del Sars-CoV-2, il principale bersaglio degli anticorpi prodotti dall’uomo quando il Coronavirus penetra nell’organismo.
Una volta iniettato nell’uomo, questo virus modificato, o meglio la proteina S che trasporta, provocherà la risposta del sistema immunitario dell’organismo, ovvero la produzione di anticorpi in grado di proteggere dal Coronavirus.

Dal 24 agosto 2020 inizierà la sperimentazione su 90 volontari, che si faranno iniettare il vaccino anti-COVID. La selezione, spiega il direttore scientifico dello Spallanzani, si baserà su una serie di paramenti biologici, clinici e di disponibilità.

L’Istituto Spallanzani di Roma ha iniziato proprio in questi giorni la selezione dei volontari per la sperimentazione, il cui profilo è quello di uomini e donne sani, di età compresa tra i 18 e i 55 anni e tra i 65 e gli 85 anni, iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, che non abbiano partecipato ad altri studi clinici negli ultimi 12 mesi e che non abbiano contratto il Coronavirus.

Se i risultati di questa fase 1 di sperimentazione sull’uomo del vaccino italiano saranno positivi, si potrà passare alla fase 2, che potrebbe iniziare già in autunno e che vedrà il coinvolgimento di un numero maggiore di volontari, sia in Italia che in altri Paesi con elevata circolazione del virus; alla fine del ciclo di test, qualora si ottenesse la prova definitiva dell’efficacia del vaccino su larga scala, la sua immissione in commercio potrebbe essere autorizzata dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

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