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Test sierologici: come funzionano e come si interpretano

Green pass e aumento dei contagi

Anche l’Italia affronta le mille domande relative ai test sierologici per il COVID-19, un tipo di test degli anticorpi di cui ormai si parla quotidianamente e che ha attirato l’attenzione della maggior parte dei cittadini.

Perché tutto questo interesse intorno al test sierologico per il COVID-19?

La ragione principale sta nel fatto che un test sierologico correttamente eseguito e risultato positivo conferma che l’individuo ha contratto precedentemente l’infezione da SARS-CoV2 e significa anche che ha sviluppato una certa immunità al virus.
Esistono però tutta una serie di dubbi in proposito, legati sia alle problematiche relative all’efficacia e attendibilità dei test sierologici che alle variabili e incognite che riguardano un virus fondamentalmente ancora poco conosciuto.

Gli scienziati infatti non sono concordi nel ritenere che un paziente con un test sierologico risultato certamente positivo possa poi essere effettivamente immune a un nuovo contagio da parte del virus.

I test sierologici, insomma, non possono essere l’unico modo per affrontare il ritorno alla normalità, e questo a causa delle inevitabili domande che gli scienziati si stanno ponendo in riferimento a tale strategia. Le domande riguardano principalmente gli effetti che il test può avere sugli individui, le cui caratteristiche di salute variano di soggetto in soggetto e possono far cambiare, dunque, anche i risultati o, almeno, il modo in cui dovrebbero essere letti.

Le preoccupazioni degli studiosi derivano in parte dalla mancanza di prove consistenti sulla capacità del test di rilevare le differenze tra gli anticorpi del nuovo Coronavirus SARS-CoV2 e i Coronavirus comuni umani preesistenti. Un test che non è in grado di distinguere tra i due può duqnue produrre un risultato positivo anche se il paziente non è mai stato infettato da SARS-CoV2.

Da alcune analisi condotte è infatti emerso che circa il 90% degli adulti di età superiore ai 50 anni possiede anticorpi per tutti e quattro i più comuni Coronavirus umani. Dunque, una delle priorità per i ricercatori è quello di lavorare a test sierologici che rispondano esclusivamente al virus SARS-CoV2.

Come funziona il test?

Il test sierologico per COVID-19 è pensato per identificare se un paziente ha anticorpi nel sangue contro il virus SARS-CoV2, cioè se l’individuo possiede nel sangue le proteine che sono state ​​prodotte dal suo sistema immunitario per combattere una precedente infezione COVID-19.
Dunque, il test non rileva infezioni correnti, ma ha una funzione sociale molto importante, perché può aiutare a capire quante persone, effettivamente, sono state contagiate.

Il test può essere eseguito in un qualunque laboratorio di analisi o centro specializzato da personale sanitario. Basta un normale prelievo di sangue: il plasma viene poi analizzato in vitro e i risultati si ottengono in breve tempo.

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