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Anticorpi monoclonali per fermare i contagi

Anticorpi monoclonali
A spiegare qual è la strategia delle grandi case farmaceutiche per la lotta al Covid è stato il direttore scientifico vaccini della Glaxo Smith Kline (Gsk) ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa.

Entro la primavera gli anticorpi super potenti potrebbero tirarci fuori dalla crisi pandemica. L’annuncio, straordinario, è arrivato ieri durante la trasmissione di Fabio Fazio “Che Tempo Che Fa” e a darlo è stato il direttore scientifico vaccini della Glaxo Smith Kline (Gsk) Rino Rappuoli che ha presentato il lavoro che sta svolgendo per affrontare la crisi pandemica Covid 19. Un lavoro che si basa sulla creazione di anticorpi monoclonali, in grado di proteggere le persone rendendole immuni per almeno sei mesi. Ed è stato proprio Kline a spiegare che sono due gli usi che se ne possono fare: «L’anticorpo monoclonale ha due usi: una per le persone sane. Gli viene dato un anticorpo oggi e da domani sono protette e sono immuni per 6 mesi».

IL PIANO DI LAVORO 

Incalzato dal conduttore, Kline ha spiegato che la tabella di marcia prevede la partenza delle prove cliniche prima di Natale, così da finirle entro febbraio e a marzo avere il farmaco a disposizione. Se così fosse le prime decine di migliaia di dosi potrebbero essere distribuire già per il mese di aprile segnando di fatto l’inizio della rinascita. In questo senso, il vaccino servirà per prevenire in futuro di contrarre la malattia, ma nel frattempo gli anticorpi monoclonali potrebbero essere la chiave per salvare le persone infette ed evitare che altre migliaia di pazienti si ammalino. Un piano ambizioso, portato avanti anche da altre multinazionali del farmaco che, dice Kline, stanno cooperando per il bene comune.

I CONTAGI

A preoccupare medici e scienziati è intanto il costante aumento dei contagi, arrivati in queste ultime ore a soglie critiche. In Lombardia e Campania è ormai caldissima la situazione negli ospedali, che stanno riconvertendo posti letto così da riuscire a tenere testa all’aumento delle richieste di ospedalizzazione. Anche le altre regioni d’Italia non se la passano molto meglio, e questa è un’altra preoccupazione degli addetti ai lavori. A marzo, infatti, il virus circolava prevalentemente nelle regioni del Nord Italia mentre oggi il Covid circola in tutta la penisola. Di domenica l’ultimo DPCM firmato da Giuseppe Conte, un decreto che contiene misure più stringenti ma non ancora ritenute sufficienti da virologi e da diversi presidenti di regione. Una situazione calda e in continuo movimento che lascia presagire per i prossimi giorni ulteriori strette.

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