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Genomica e salute: la sfida del futuro delle coltivazioni italiane

Suolo: in primo piano un broccolo, due pomodori e un peperone
come dieta globale

È la “Genomica” (nome moderno della genetica) – cioè la scienza che descrive e determina le caratteristiche degli esseri viventi – l’ultima frontiera di un’agricoltura sempre più sostenibile e salutare, competitiva e resiliente ai cambiamenti climatici. In Italia, in questo ambito opera il CREA GENOMICA E BIOINFORMATICA. L’obiettivo è quello di rendere l’industria sementiera italiana protagonista del mercato nazionale e l’agricoltura nazionale “proprietaria” dei semi che coltiva, una condizione che oggi spesso non si verifica. 

Il centro ha definito le 4 principali tappe da percorrere nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi: 

Nuova dimensione della biodiversità 

Dopo aver sequenziato i genomi delle principali specie agrarie, la sfida dei prossimi anni sarà comprendere la biodiversità. Comprendere è molto più che caratterizzare e conservare, è trovare i geni che rendono una varietà diversa da un’altra. 

Una piattaforma di genomica avanzata per il miglioramento genetico 

Si tratta di applicare il genome editing (cioè la biotecnologia recentemente premiata con il Nobel) al miglioramento genetico delle principali specie coltivate (progetto BIOTECH). Si ricercano nuovi geni per resistenza alle malattie ai picchi termici estivi ed alla limitata disponibilità idrica e si sviluppano nuovi modelli di selezione basati sulla selezione genomica, una tecnologia che consente di predire le migliori combinazioni di geni per permettere alle piante di adattarsi alle condizioni climatiche future e di essere coltivate con il minor impatto ambientale possibile, migliorando la salute di tutti. 

La scoperta dei microrganismi intorno alle piante 

Ogni pianta vive circondata da un universo di microrganismi, alcuni patogeni, altri benefici. Studiandolo con gli strumenti genomici, si possono isolare i ceppi benefici da utilizzare per promuovere la performance agronomica e la resilienza agli stress ambientali delle colture. 

Il DNA per tracciare le filiere agroalimentari 

La tracciabilità è un requisito essenziale per garantire la qualità delle produzioni agricole e dei prodotti alimentari ed i metodi basati sul DNA si stanno affermando come strumenti di controllo affidabili, efficienti ed altamente sensibili. Quindi, se da un lato, il Centro studia i genomi delle piante, dall’altro usa queste informazioni per sviluppare sistemi di tracciabilità delle filiere agroalimentari basati sul tracciamento del DNA: presso il Centro si stanno sviluppando test da impiegare direttamente sui luoghi di produzione, con costi limitati e gestibili anche da personale non specializzato. 

“Non c’è agricoltura senza genetica ed avere in mano i semi e le conoscenze necessarie per la selezione dei semi significa avere in mano le chiavi dell’agricolturaspiega Luigi Cattivelli, direttore CREA Genomica e Bionformatica Il futuro richiede nuove varietà idonee alle nuove condizioni climatiche, servono varietà moderne per i tempi moderni. Il Centro sviluppa ed applica le conoscenze genomiche più avanzate per consentire al Paese di essere protagonista del settore sementiero e dare all’agricoltura italiana la proprietà dei semi che coltiva.” 

la memoria della pelle

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