Prevenzione

Tumore della prostata, i medici lanciano un allarme

Tumore della prostata

Per il tumore della prostata non può esistere lockdown. Eppure i maschi italiani, bravissimi a fare prediche sulla prevenzione, con controlli e screening non hanno mai avuto un buon feeling. E a quanto pare il Covid ha peggiorato ancor più questa situazione, gettando un’ombra sul futuro di moltissimi uomini che si troveranno nei prossimi mesi a fare i conti con diagnosi tardive e malattie in stato ormai avanzato. Cosa si significa questo? Che una visita dall’urologo o dall’andrologo potrebbe salvarci la vita. E che farla non necessariamente ci espone al rischio di un contagio. 

I DATI

A causa del Covid in tutta Italia si è registrato un crollo che va dal 75 al 90% per l’attività sia di elezione che di pronto soccorso, azzerata la prevenzione, a rischio l’aderenza delle terapie. Si rischia insomma di pagare un prezzo altissimo per la gestione tardiva di patologie il cui decorso è fortemente condizionato da una diagnosi precoce. Il quadro dell’Urologia italiana in tempo di Covid-19 arriva dagli esperti della Fondazione PRO, realtà scientifica napoletana ma di rilevanza nazionale. «L’attività chirurgica per le patologie oncologiche non si è fermata per i tumori della vescica e della prostata – spiega Vincenzo Mirone, presidente di Fondazione PRO – ma a tenere lontani gli uomini dalla propria salute ci ha pensato il combinato disposto della paura del contagio e della consueta, perniciosa, scarsa attitudine a prendersi cura di sé o a farlo quando ormai è troppo tardi». In Italia sono oltre 564mila uomini che in Italia vivono con un cancro alla prostata. Per il 71% dei pazienti il Coronavirus è fonte di forte preoccupazione, mentre il 37% è convinto di essere più esposto al contagio a causa dei trattamenti anti-tumorali. Quattro malati su dieci hanno evitato di andare in ospedale già durante il primo lockdown, rinviando così cure e visite. E sette malati su dieci auspicano di poter assumere terapie trimestrali o semestrali, per poter così ridurre gli accessi alle strutture sanitarie e garantire la continuità delle cure. 

LA CAMPAGNA 

A tutti loro è dedicata la campagna di educazionale nazionale “Prostata, per il cancro non c’è lockdown”, un appello a non abbandonare le terapie, sposato e condiviso da una persona sensibile e generosa come Massimiliano Allegri, protagonista di uno spot che arriva dritto al punto, e a tutti gli uomini italiani, ma anche alle loro compagne, è invece dedicata la PRO Tv www.fondazionepro.tv un progetto che mette insieme le più autorevoli figure italiane sulla formazione e la divulgazione di temi quali la fertilità, la salute della prostata, quella della coppia, la Telemedicina e i corretti stili di vita.

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