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Epatite C, l’obiettivo è eliminare l’infezione entro il 2030

Epatite C

L’obiettivo è eliminare l’ epatite C nel nostro Paese entro il 2030, come indica l’Organizzazione Mondiale della Sanità. A disegnare i programmi di intervento è un “Consesus Paper” che farà da supporto scientifico al Decreto attuativo ‘Mille proroghe’. Gli esperti lo hanno chiamato “white paper” di consensus, frutto della tavola rotonda virtuale svoltasi di recente, Dal decreto attuativo sullo screening HCV, all’obiettivo finale “to cure”: percorso condiviso e condivisibile come supporto a livello Centrale e Regionale, coordinata dall’ISS in concerto con il Ministero della Salute, Associazione dei pazienti e le Società Scientifiche. Documento che vuole essere al servizio sia dei politici e degli stakeholder a livello centrale e regionale, che degli operatori del settore.

Epatite C, la strategia dell’Italia

“Il Decreto legge sullo screening dell’ Epatite C (Legge n. 8, 28 febbraio 2020) mira ad individuare percorsi idonei per far emergere le diagnosi sommerse e simultaneamente garantire l’accesso al trattamento a tutti gli individui infetti – ricorda Loreta Kondili, ricercatrice del Centro Nazionale della Salute Globale dell’ISS, responsabile scientifico della piattaforma PITER – È necessario, perciò, mettere a punto programmi di intervento per le coorti di nascita identificate dal Decreto, coordinando anche l’attuazione dello screening nelle popolazioni chiave, tra cui tossicodipendenti e detenuti, superando le problematiche organizzative ancora presenti. In questo momento è indispensabile una regia ben definita tra Stato e Regioni che dovrà essere fondata su tre pilastri: prevenzione e screening, presa in carico, terapia”.

Hanno partecipato alla tavola rotonda rappresentanti del mondo politico, dell’ISS, del Ministero della Salute, della Società Italiana di Health Tecnology Assesment (SIHTA), dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), della Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie (SIMG), della Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze (FeDerSerd), della Società Italiana delle Patologie da Dipendenza (SiPaD), della Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe) e dell’Associazione dei pazienti EpaC onlus.

“E’ significativo che alla tavola rotonda abbiano partecipato componenti del mondo scientifico, sanitario, economico, sociale e politico per poter fare sistema proprio in un momento come questo – va avanti l’esperta – in cui ci sono tutti i presupposti per vincere la battaglia, per arrivare cioè alla “cura”, ossia all’eliminazione dell’infezione. Abbiamo alle spalle una storia importante di cura dell’l’infezione da HCV e adesso, per gli anni 2020 e 2021, lo stanziamento nel Decreto di 71,5 milioni di euro per la prima parte dello screening graduato. Nello stesso tempo, il lavoro di questi mesi per la lotta all’infezione da Sars Cov-2 (è stato, tra l’altro, attivato lo screening abbinato di Sars-Cov2/HCV nell’ambito di svariate iniziative intraprese proprio in questi mesi) può contribuire a delineare un paradigma di sviluppo e modernizzazione di tutto il sistema sanitario, grazie ad una collaborazione multidisciplinare tra la medicina del territorio, e quella inter specialistica”.

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