Economia sanitaria

L’importanza del vaccino anti-Covid

Vaccino, un anziano
Secondo i ricercatori dell'EEHTA del CEIS di Tor Vergata una copertura vaccinale elevata sin da subito (target 80%), potrebbe generare una riduzione di oltre 17.000 decessi.

Quale può essere l’impatto di un vaccino efficace? A livello nazionale un recente studio del EEHTA CEIS della Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Mennini FS, Marcellusi A, Paoletti M, 2020) ha stimato una perdita di oltre 60 miliardi di euro, per la maggior parte dovuto alla chiusura delle attività produttive (48%) e al ricorso alla cassa integrazione (15%). Il tutto accompagnato da un numero crescente di decessi e un ricorso alle ospedalizzazioni e all’utilizzo delle terapie intensive che ha messo in seria difficoltà il nostro sistema di assistenza sanitaria. È stimata in 1.300 euro la perdita per ogni lavoratore su due mesi di lockdown (praticamente uno stipendio perso in due mesi). «Appare a tutti evidente – spiega il professor Francesco Saverio Mennini, Research Director, EEHTA del CEIS della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata – quanto sarà importante organizzare e promuovere una campagna vaccinale che possa, nel più breve tempo possibile, riportare alla “normalità” la vita del nostro Paese e, soprattutto ridurre il numero di decessi che sta caratterizzando questa “sciagura” epidemica». Insomma, uno scenario che in assenza di un vaccino appare desolante.

L’IMPATTO

Sempre il Gruppo di Ricerca EEHTA del CEIS (Mennini, Marcellusi, Sciattella, Fabiano e Andreoni) ha recentemente sviluppato un modello (in corso di pubblicazione) in grado di stimare i potenziali effetti di un vaccino anti Covid in base ai dati ad oggi disponibili nel contesto nazionale. L’obiettivo era quello di valutare l’impatto in termini di riduzione degli accessi ospedalieri ed in terapia intensiva oltre che una valutazione dei decessi associati al Covid. Dalle prime analisi emerge come un’efficiente vaccinazione porterebbe a risultati importanti e, soprattutto, incoraggianti, come detto proprio da Mennini (coordinatore dello studio) durante il webinar del network PreSa “Bisogni di Salute – La Sanità oltre il Covid 19 tra cambiamento e diritto alla salute”. Gli autori dello studio hanno dimostrato come, seguendo le indicazioni proposte dal Governo, la possibilità di vaccinare rapidamente un numero elevato di persone fragili ad alto rischio di infezioni (popolazione maggiore di 60 anni, ndr) con una copertura vaccinale elevata sin da subito (target 80%), potrebbe generare una riduzione di oltre 17.000 decessi accompagnata da un dimezzamento degli accessi ospedalieri nei reparti e nelle Terapie Intensive.

LA RIPRESA

Questo obiettivo ambizioso potrebbe essere raggiunto però solo con ritmi di vaccinazione elevata (140 vaccinati al giorno nel solo primo trimestre pari a 470 vaccinati per ciascuno dei 300 centri previsti inizialmente dal Governo). Tramite quest’analisi, condotta dal EEHTA del CEIS di Tor Vergata, sarà possibile supportare i decisori informandoli sui potenziali impatti della vaccinazione così da poter definire/prevedere il numero di eventi che realmente si riuscirebbero ad evitare e garantire una corretta pianificazione e programmazione della strategia vaccinale. L’impatto della vaccinazione, nel breve periodo, non consentirà solo un miglioramento della salute dei cittadini, ma permetterebbe anche di liberare posti letto ed alleggerire il carico di lavoro gravante nelle terapie intensive e sub-intensive italiane. Questo, potrebbe garantire l’accesso ai pazienti colpiti da gravi patologie non Covid ed il ripristino delle pratiche quotidiane di accesso ospedaliero. Ovviamente, afferma il responsabile scientifico del lavoro, non dimentichiamo gli effetti della vaccinazione sulla ripresa economica del Paese che si traducono, finalmente, in un incremento della produttività dopo questo lungo anno di difficoltà. «Alla luce di questo scenario positivo – conclude Mennini – non bisogna perdere tempo. Prima si parte e meglio è. Le analisi stimano che ogni di ritardo della campagna vaccinale potrebbe determinare oltre 4000 morti in più da qui al prossimo autunno».

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