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Turismo vaccinale, il nuovo business della pandemia

Turismo vaccinale, una giovane donna in aeroporto

Se si abbina l’idea di turismo a quella di vaccino si pensa subito ad una sorta di lasciapassare vaccinale, che renderà possibile lo spostamento al di là dei vincoli imposti dalle autorità sanitarie. Chi invece ha, per così dire, “una mente imprenditoriale” ha già intuito il possibile business del turismo vaccinale. Viaggi in paesi nei quali, con o senza un escamotage, è possibile sottoporsi alla somministrazione della dose. Si va ben oltre, insomma, il reinventarsi di molte agenzie di viaggio che la scorsa estate hanno provato, in molti casi con successo, a proporre pacchetti con tampone, molto utile quando si entra in paesi che richiedono un test negativo per varcare i confini. No, nel caso del turismo vaccinale siamo ben oltre. 

MUMBAY E NON SOLO

Una delle località dove si è pensato a questi pacchetti per “turisti vip” che non vogliono attendere il proprio turno naturale per ottenere la dose di vaccino è Mumbay. Ormai da più di un mese sono diverse le agenzie di viaggio indiane che hanno aperto all’ipotesi di una sorta di lista di prenotazione per questi viaggi molto particolari. Una nota agenzia ha annunciato su Twitter un pacchetto turistico per il vaccino contro il coronavirus per clienti selezionati che desiderano recarsi negli Stati Uniti per l’iniezione. Un pacchetto programmato ad un prezzo accessibile, circa 2.000 dollari a persona, con biglietto aereo Mumbai-New-York-Mumbai, tre notti / quattro giorni di permanenza e una bella iniezione di vaccino. Una storia riportata per la prima volta da The Times of India. Ovviamente, tra il dire e il fare c’è tanta strada e un mare di polemiche. Diverso e più “grigio” è il mondo dei vaccini che si possono trovare sul mercato nero cinese, ma in questo caso è evidente che la cosa va ben oltre la legalità. Un caso che ha fatto molto discutere è poi quello della Florida, dove le autorità sanitarie hanno avuto non pochi problemi con l’opinione pubblica a causa della scelta di non vaccinare prioritariamente i cittadini residenti. L’attuale piano vaccinazioni non richiede infatti una prova di residenza, aprendo alla possibilità per alcuni di approfittare di questo turismo vaccinale e spostarsi da altri paesi per attenere una somministrazione. È il caso riportato da Il Mattino, che cita una turista in arrivo dall’Argentina, “una donna di 66 anni in vista a dei parenti a Miami”. La donna sarebbe andata sul sito ufficiale per le vaccinazioni e con il proprio passaporto si sarebbe poi sottoposta al vaccino recandosi a Tampa. Cosa ci prospetta il prossimo futuro non è facile prevederlo, ma di certo questo tipo di turismo è destinato ad aumentare; facendo crescere anche il divario tra chi ha il denaro per permettersi un trattamento di favore e chi no.

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