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Terra dei Fuochi, «il problema è l'evasione fiscale»

Terra dei Fuochi, un vigile interviene su un rogo di copertoni

Che la Terra dei Fuochi esistesse lo sapevano tutti i cittadini dei comuni campani colpiti da patologie tumorali e da malformazioni, cittadini che da anni sono costretti a vivere, o meglio a convivere, con la puzza acre dei roghi tossici. Una puzza che in Terra dei Fuochi impregna i vestiti e l’anima. Il dramma di questi cittadini è andato oltre quando sui giornali e nelle Tv per la prima volta si è iniziato a parlare di Terra dei Fuochi, con gli esperti pronti a ripetere come un mantra “impossibile definire un nesso di causa ed effetto”. Oggi quel dramma, almeno quel dramma, è finito. In un rapporto prodotto grazie all’accordo stipulato nel giugno 2016 tra la Procura di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa (Caserta) e l’Istituto Superiore di Sanità c’è scritto nero su bianco che alcune gravissime patologie, come il tumore al seno, l’asma, varie forme di leucemie e le malformazioni congenite, nella Terra dei Fuochi, tra Napoli e Caserta, sono legate allo smaltimento illegale dei rifiuti. Insomma, non si tratta più solo di una denuncia di associazioni di cittadini o di un’ipotesi, la relazione causale, o anche di concausa, tra l’insorgenza di queste gravi malattie e lo smaltimento illegale dei rifiuti è un fatto.

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SISTEMA DI SORVEGLIANZA
 Il report è stato illustrato on-line dal procuratore Francesco Greco, dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e dal procuratore generale di Napoli Luigi Riello. Per Brusaferro «è necessario sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera Regione Campania e in particolare nelle province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale». Secondo il procuratore di Napoli Nord Greco proprio le bonifiche «devono partire immediatamente», per contrastare «l’emergenza più importante per Caserta e Napoli dopo il Covid».
RIFIUTI ED EVASIONE
Uno che sa sempre si è speso per la causa della salute in Terra dei Fuochi è Antonio Marfella, Presidente medici per l’ambiente, che in un lungo e accorato post su Facebook ha commentato il report dell’ISS. In un passaggio Marfella ha sottolineato come il problema non sia tanto legato ai rifiuti solidi urbani, bensì all’evasione fiscale. Perché? Perché le aziende che non esistono agli occhi del fisco non possono smaltire regolarmente i rifiuti, e quindi scelgono di usare canali paralleli. «Il  “paradosso epidemiologico”- scrive Marfella – è che  i Comuni a minore densità abitativa (Giugliano in Campania 1255 abitanti/kmq, Caivano (1375) rispetto a Napoli (2615), sono i Comuni a maggiore rischio di cancro e danno alla salute da rifiuti nel territorio della sola Procura di Napoli Nord. Sono i Comuni dove , proprio per la presenza di ampi spazi demaniali o privati non controllati, è possibile smaltire illegalmente i rifiuti industriali avvelenando non solo l’aria ma soprattutto la falda acquifera e i pozzi! Come ancora non è stato reso noto da Campania Trasparente! Ancora oggi in Campania come in Lombardia come in tutto il resto di Italia si pensa, sbagliando, che il problema dei rifiuti siano i rifiuti urbani. Su 10 kg di “munnezza” il rifiuto urbano di cui parliamo troppo (e male) non supera 1 kg! Perché continuiamo a perdere tempo parlando di rifiuto urbano?
Perché i cittadini italiani non devono né sapere né capire quanto sia grave, dannosa ma lucrosissima questa deviazione dall’attenzione verso il rifiuto di cui dovrebbero quasi esclusivamente occuparsi e soprattutto controllare: il rifiuto industriale?». Domande alle quali bisognerà dare una risposta.
la memoria della pelle

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