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Covid, presto l’antivirale in pillole

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Siamo ancora ad anni luce dal poter considerare il Covid come una banale influenza, ma ad un anno dallo scoppio della pandemia si sono fatti passi in avanti incredibili. L’ultima novità che potrebbe arrivare presto nelle farmacie è un farmaco antivirale orale, per ora in fase di sperimentazione, che potrebbe essere efficace nel trattamento dei pazienti Covid non ospedalizzati. A dare notizia di questa innovazione sono MSD e Ridgeback Biotherapeutic, le due aziende che stanno conducendo lo sviluppo e la sperimentazione. «Il farmaco continua a produrre evidenze quale potenziale trattamento per i pazienti non ospedalizzati con Covid-19», si legge in una nota che accende speranze concrete. Quasi come si trattasse di un antibiotico o di una comune aspirina, questo farmaco (se confermate le premesse) potrebbe aiutare le migliaia di pazienti che sono costretti a casa dal Covid, spesso asintomatici o quasi, ma che vivono con la paura che la malattia possa improvvisamente aggravarsi.

EVIDENZE 

Va detto che sul farmaco sono ben due le sperimentazioni in corso, una riguarda i pazienti in ospedale e l’altra i pazienti a casa. La sperimentazione sui pazienti ospedalizzati non sembra dare grandi spunti di interesse, almeno non tali da indurre a proseguire la ricerca, mentre il secondo per i pazienti non ospedalizzati si è deciso, sulla base dei dati rilevati, di proseguire nella sperimentazione di fase III. A confermarlo è lo stesso Roy Baynes, senior vice president e capo dello sviluppo clinico globale, oltre che chief medical officer presso MSD Research Laboratories: «In base ai risultati di tali studi, stiamo procedendo alla Fase 3 del nostro programma di sviluppo clinico per quanto riguarda i pazienti non ospedalizzati che si appoggerà sul nostro network di centri per l’arruolamento dei pazienti idonei in tutto il mondo».

GUARITI

Intanto, sono sempre più gli studi scientifici che suggeriscono come, nella maggior parte dei casi, nei pazienti Covid guariti la risposta immunitaria contro il Sars-CoV-2 sia di lunga durata e potrebbe forse accompagnarle per tutta la vita. Ultima in ordine di tempo è un’analisi di letteratura scientifica guidata da Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica e in via di pubblicazione sulla rivista internazionale Virus Disease. La metanalisi ha preso in considerazione inizialmente circa 1.000 studi eseguiti in tutto il mondo e pubblicati su riviste scientifiche, per poi selezionare i 50 più ampi e robusti che sono stati utilizzati per rispondere ad alcune domande, in primis sulla durata della risposta immunitaria in chi ha contratto il virus. «La protezione dalla reinfezione è stata dimostrata negli individui con anticorpi per il Sars-CoV-2 -spiega Giorlandino – e i dati indicano che la memoria delle cellule T, delle cellule B e gli anticorpi ‘riattivati’ da un successivo contatto, persisteranno per anni nella maggior parte dei guariti».

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