News

Gli integratori per dimagrire non esistono. Lo studio

Integratori e COVID-19: il pericoloso uso a scopo terapeutico
Integratori alimentari, utilizzati da 32 milioni di italiani. I dati Censis

Cercare una scorciatoia è più facile di mettere mano al proprio stile di vita e all’alimentazione nel lungo periodo. Sarà questo il motivo per cui da decenni le promozioni di integratori fanno leva su chi ha esigenza di perdere peso. Tuttavia negli ultimi anni la consapevolezza del consumatore medio è cambiata. Le ricerche confermano la crescente attenzione a una corretta informazione sulla salute. La scienza nel frattempo ha confermato definitivamente che integratori “miracolosi” per dimagrire non esistono. In altre parole l’unica ricetta per combattere i chili di troppo è correggere la dieta, lo stile di vita e fare attività fisica.

Soprappeso e integratori

Se in Australia o negli Stati Uniti crescono i consumatori di integratori per perdere peso, in Italia si registra un trend diverso. Per quanto il mercato degli integratori sia florido, quello dei prodotti dimagranti è in calo da diversi anni. Un trend sancito da FederSalus e Iqvia, che fotografano l’andamento dei prodotti nel settore della salute. Insomma, gli italiani sono consapevoli del fatto che la gestione del peso corporeo è una questione complessa, che non può essere affrontata ricorrendo a una pillola o a una bevanda. Un dato di fatto sottolineato anche dall’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui «il ricorso a tali prodotti per il trattamento di sovrappeso e obesità non è supportato da prove di efficacia clinica».

Il sovrappeso e l’obesità sono una piaga di questa epoca, in quanto fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche (cardiovascolari, neurodegenerative, metaboliche, tumori) e non (ictus cerebrale, infarto del miocardio). Per questo motivo la prevenzione dell’aumento di peso è una priorità per la salute pubblica. Ma per raggiungere e soprattutto mantenere una forma sana non esistono scorciatoie. Ricorrere agli integratori senza modificare il proprio stile di vita può solo dare un’illusione di cambiamento, senza riscontri a livello clinico. L’ultima conferma arriva da una ricerca presentata durante l’ultimo Congresso europeo sull’obesità. Così come non esistono alimenti «miracolosi», quando si tratta di dover perdere peso, lo stesso si può dire per i supplementi naturali.

Gli integratori non fanno miracoli. Gli studi

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Sidney ha passato in rassegna tutti gli studi già pubblicati per fare una sintesi delle evidenze disponibili. Dall’analisi sono emersi due lavori, basati su un totale di 121 studi rivalutati, che hanno coinvolto nell’arco di 16 anni quasi diecimila adulti. Gli esperti hanno valutato l’efficacia del ricorso a integratori a base di erbe a scopo dimagrante e i risultati sono stati deludenti. In entrambi i lavori è stato valutato il risultato indotto dal ricorso a integratori (in pillole, in polvere o liquidi) a base di chitosano, glucomannano, acido linoleico coniugato e fruttani. Sebbene alcuni studi abbiano evidenziato una perdita di peso tra gli assuntori di una di queste sostanze, nel confronto con un placebo, «i risultati sono insufficienti a dimostrare un beneficio a lungo termine per la salute». Questa conclusione è stata esposta dalla nutrizionista Erica Bessell durante la presentazione dei risultati. «Sono pochi gli studi di alta qualità che hanno misurato l’efficacia di questi integratori a lungo termine». In altri termini, gli integratori potrebbero essere giusto un incentivo a fare più attenzione all’alimentazione, ma non hanno un peso sufficiente.

Integratori: c’è un uso efficace e senza rischi

Il ricorso ad alcuni integratori per un breve periodo può avere una sua utilità, se associato a una dieta varia ed equilibrata e ad almeno due ore e mezza di attività fisica settimanali. Per esempio gli integratori a base di fibre e sostanze naturali, come quelli a base di faseolamina (derivato del fagiolo bianco), possono incentivare una graduale riduzione del consumo e dell’assorbimento di carboidrati e grassi. Così come, per ridurre l’apporto di cibo, si può ricorrere ad alcuni amminoacidi (come l’S-idrossitriptofano e l’S-adenosil metionina) che aiutano a combattere la fame nervosa. Per stimolare il metabolismo, invece, la risposta può essere trovata nelle catechine del tè verde.  L’importante è farsi seguire da uno specialista, evitando il fai-da-te. Un uso sbagliato, infatti, oltre ai risvolti economici e psicologici, espone a dei rischi, uno di questi è per esempio l’interazione con altri farmaci, riducendo l’efficacia di questi ultimi.

la memoria della pelle

Progetto Health

Health Innovation Show 2023 su Health Sky TG24

Accedi alla Video Gallery

Newsletter

Tieniti aggiornato sulle ultime notizie di prevenzione e salute
  • Acconsento alla raccolta e alla gestione dei miei dati in questo sito come descritto nella Privacy Policy

Con il supporto di