Sport

Un biosensore cambia per sempre il mondo dello sport

Una giovane atleta si allena usando il biosensore Swemax
L’intelligenza artificiale formula un’analisi predittiva e riesce a segnalare in anticipo un crampo o un malessere dovuti a cali di liquidi o sali minerali.

Un biosensore capace di analizzare il nostro sudore mentre facciamo sport e dirci in tempo reale quando integrare liquidi e sali minerali. Il dispositivo, creato dalla startup italiana “Biometrica” potrebbe rivoluzionare il mondo dello sport, sia a livello amatoriale che professionistico. E già oggi il dispositivo è tra gli oggetti hi-tech più ricercati. Swemax, questo il nome del dispositivo grande come un accendino, potrebbe prevenire crampi e infortuni grazie al suo biosensore che sfrutta l’intelligenza artificiale. Ma come funziona? Il biosensore, che dall’aspetto sembra un po’ un cerotto intercambiabile, cattura le gocce di sudore e trasmette informazioni al dispositivo elettronico cui è collegato. I dati vengono poi elaborati dal sistema di intelligenza artificiale che, grazie ai programmi di apprendimento automatico, impara a conoscere il corpo della persona che indossa il sensore. Sulla base delle informazioni ottenute, l’intelligenza artificiale  formula un’analisi predittiva e riesce a segnalare in anticipo un crampo o un malessere dovuti a cali di liquidi o sali minerali.

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IN AZIONE 

Tra i primi a usufruire del sensore hi-tech, il campione di endurance Nico Valsesia, che proprio in questi giorni si sta misurando con un’impresa da mettere i brividi: dal Mar Nero fino alla cima del monte Ararat. «Uno strumento come Swemax può salvarti la vita quando sei in alta montagna – dice  – ma può anche essere estremamente utile per tutti gli sportivi di endurance. Sapere quanto e quando ci si può sforzare e ricevere l’indicazione di idratarsi possono essere di grande aiuto per evitare crolli di performance o cedimenti nella motivazione, specialmente per chi compete senza un seguito che fornisce supporto. Sono felicissimo di essere tra i primi a usare un prodotto che aprirà nuove strade, non solo legate allo sport». Nata a Parma, la startup ha portato sul mercato il primo biosensore in grado di analizzare il sudore e inviare le informazioni direttamente a uno smartphone, così che il coach o lo sportivo possano prendere provvedimenti tempestivamente. «Chi si allena o pratica qualunque tipo di sport – ricorda Matteo Beccatelli, co-founder e Cto di Biometrica – sa bene che per ottenere buoni risultati è importante monitorare il proprio corpo. Un calo di sali minerali può ridurre le prestazioni, e una riduzione di liquidi superiore al due per cento del proprio peso può portare a conseguenze anche gravi».

la memoria della pelle

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