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Un robot che prenota le viste, l'innovazione dell'Idi di Roma

Un robot

Un robot con un software basato sull’intelligenza artificiale, capace non solo di rispondere al telefono, ma anche di prenotare le visite mediche. Non è fantascienza, o forse si potrebbe dire che la fantascienza in questo caso ha fatto tappa all’Ospedale dermopatico dell’Immacolata (Idi) Irccs di Roma. Proprio in questa struttura da qualche giorno è entrato in servizio questo nuovo “dipendente robot”. Uno che non ha bisogno di timbrare il cartellino perché in servizio ci resta 7 giorni su 7, 24 ore su 24. L’avvento di questo robot, o meglio di questo “Bot” (questo il nome di questi software) promette di mettere fine alle lunghe attese al telefono per prenotare visite o esami diagnostici e fine dei dischi registrati che rimandano a un tasto dopo l’altro. A chi telefona risponde adesso, immediatamente e senza far aspettare, il software umanizzato con caratteristiche di naturalezza che, promettono i suoi creatori, lo rendono quasi indistinguibile da un operatore umano.

EMOZIONI 

I vantaggi di questa tecnologia consentono non solo di poter prenotare a qualsiasi ora, ma anche di offrire qualità omogenea e sempre monitorata dell’interazione con il paziente e gestione dei picchi delle chiamate. «Siamo riusciti a mettere in linea un innovativo servizio di intelligenza artificiale di ausilio al nostro call center: si tratta di un Bot, risponditore telefonico con intelligenza artificiale. L’obiettivo è quello di evitare i classici risponditori a tasti, non adeguati alle aspettative dei pazienti», ha spiegato Giampaolo d’Agnese, innovation manager dell’Idi. Aggiungendo: «Questa tecnologia apre anche scenari nuovi in molte fasi dell’accompagnamento agli esami e alle visite e addirittura anche nel follow up dei pazienti». La scelta dell’Idi si è orientata su una società di esperienza nel settore tecnologico Made in Italy, la Sovran AI: «Per l’Istituto dermopatico è stato sviluppato uno speciale algoritmo di rendering della voce automatica che controlla l’inflessione, l’emozione, le pause tipiche del parlato conversazionale. L’interazione con il Bot da parte dei pazienti diventa così naturale da renderlo quasi indistinguibile da un operatore umano», ha detto Giovanni Andreani, direttore del reparto di ricerca e sviluppo della Società. 

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