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Contrarre il Covid non riduce la fertilità nella donna

donna in gravidanza

Nonostante il trauma che tutta la popolazione mondiale sta subendo in seguito all’emergenza Covid-19, in molte coppie è nato il desiderio di mettere su famiglia, programmare una gravidanza, allargare la famiglia e costruire il proprio nido sicuro.

gravidanza-covid

Ma come ha inciso l’arrivo del Covid-19 sulle possibilità di rimanere incinta della donna che ha contratto e superato l’infezione? Questo l’interrogativo che molte coppie si sono poste.

Può aiutarci a trovare risposte uno studio condotto su circa 46 pazienti che hanno contratto il virus. La riserva ovarica di tali pazienti era stata monitorata prima dell’infezione ed è stata successivamente calcolata dopo aver contratto e superato il Covid: non era cambiata. La conclusione è stata che contrarre il virus non altera la fertilità, e quindi la capacità di concepire, della donna.

Che cos’è la riserva ovarica di una donna?

La riserva ovarica di una donna è il numero di ovociti che la donna possiede, cioè, in altre parole, la capacità dell’ovaio di produrre follicoli ovarici che potranno essere fertilizzati e dunque dare inizio a una gravidanza sana.

La riserva ovarica diminuisce man mano che aumenta l’età ed è influenzata da vari fattori, fra cui lo stile di vita, il fumo, l’alcol e via discorrendo. Fra i fattori che influenzano la diminuzione del numero di ovociti nella donna non c’è, a quanto pare, l’aver contratto il virus del Covid-19.

Qual è la relazione tra ovociti e Covid?

Il fatto che i recettori del virus del Covid siano stati ritrovati nell’ovaio ha fatto nascere il dubbio che potessero avere un’influenza sulla fertilità femminile, ecco perché è sorta la necessità di condurre analisi più approfondite su questa relazione.

Come proseguiranno gli studi sulla fertilità femminile in relazione al Covid

Le 46 pazienti sottoposte al test sono state sottoposte ad analisi per calcolare la presenza dell’ormone anti-mülleriano (Amh) dopo aver contratto il virus; le stesse pazienti – sei mesi prima del contagio – erano state sottoposte allo stesso esame. Il risultato è stato alquanto chiaro: non vi è alcuna relazione tra lo stato degli ovociti prima e post Covid-19.

Lo step successivo della ricerca sarà quello di sottoporre a tale analisi un campione più grande di donne, in modo da poter stabilire con maggior sicurezza il risultato di questi studi fondamentali, importantissimi per ridare fiducia e speranza a tutte quelle coppie alla ricerca di un figlio.

 

 

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