Alimentazione

Contaminanti nel cibo, l’UE riduce le soglie di legge

Una tavola imbandita con gli alimenti della Dieta Mediterranea
La Dieta Mediterranea è un toccasana per la salute

Meno contaminanti per fare in modo che sulle tavole europee arrivino cibi più sani. Quella presa dalla Commissione Europea, e oggi attiva a tutti gli effetti, è una decisone che avrà importanti ricadute positive sulla salute di milioni di cittadini, visto che punta ad abbassare la soglia consentita per legge di contaminanti quali cadmio e piombo negli alimenti. «Sappiamo che una dieta malsana aumenta il rischio di cancro. La decisione odierna mira a mettere i consumatori al centro, rendendo i nostri alimenti più sani e sicuri, come ci siamo impegnati a fare nel piano europeo per la lotta al cancro», ha detto la commissaria Ue per la Salute, Stella Kyriakides. Così, per alcuni alimenti, saranno ridotti i livelli massimi di cadmio, contaminante ambientale cancerogeno, potenzialmente contenuto in frutta, verdura, cereali e semi oleosi. Al contempo, «saranno ridotti i livelli massimi di piombo in molti prodotti alimentari, compresi gli alimenti per lattanti e bambini. Saranno inoltre stabiliti nuovi livelli massimi di piombo per diversi prodotti alimentari come funghi selvatici, spezie e sale». La decisione arriva di comune accordo con gli Stati membri e all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dopo diverse consultazioni con le aziende alimentari.

CUCINA MEDITERRANEA

Se sotto il profilo normativo le cose sembra vedono sempre meglio, con regole che per l’appunto sono sempre più orientate alla salute, non si può dire lo stesso delle abitudini in tavola. Anche in quei Paesi, come l’Italia, dove esiste una lunga tradizione improntata sulla Dieta Mediterranea, i dati rivelano un peggioramento costante della salute generale. Un fatto che in larga parte dipende dalla sedentarietà e dall’adozione di modelli alimentari da fast food. Purtroppo le abitudini alimentari delle popolazioni «mediterranee» si sono gradualmente modificate negli ultimi cinquant’anni, allontanandosi in misura preoccupante dal modello tradizionale, a causa del crescente consumo di prodotti animali e della riduzione dell’uso di prodotti vegetali, con conseguente maggiore assunzione di grassi saturi e proteine animali in sostituzione di proteine vegetali e grassi, cereali integrali e fibre alimentari. Nel mondo sono circa 650 milioni le persone obese o in sovrappeso, come riferisce un recente studio dell’Imperial College di Londra, pubblicato dalla rivista The Lancet, che ha coinvolto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e oltre 700 ricercatori nel mondo. Questi cambiamenti negativi sono ulteriormente associati all’assunzione in eccesso di sale e aggiunta di zuccheri (questi ultimi in gran parte sotto forma di bevande zuccherate), nonché con un aumento del consumo di bevande alcoliche, uno stile di vita progressivamente più sedentario e il conseguente aumento della prevalenza dell’obesità

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