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Osteomielite pediatrica: da uno studio nuove indicazioni di cura

Malattia genetica rara, inquadratura dei piedini di un bimbo seduto

Si tratta di un’infezione batterica che si insinua nelle ossa dei bambini, 4 ogni 100.000. Se non ben curata, può avere esiti anche molto gravi. Tuttavia, fino ad oggi, per la cura dell’Osteomielite ematogena acuta non complicata, erano disponibili solo indicazioni frammentarie e molto eterogenee. Da uno studio coordinato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù arriva un nuovo strumento per i pediatri. I maggiori esperti italiani, analizzando la letteratura scientifica esistente, hanno individuato le terapie più efficaci per evitare ricoveri inutili, prolungati e soprattutto la degenerazione della malattia. Lo studio, pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics, è open access e contiene una serie di tabelle con la classificazione dei batteri che causano l’infezione, gli antibiotici più adatti al caso, dosaggi, tempi e modalità di somministrazione.

L’infezione che “mangia” le ossa

L’osteomielite ematogena è un’infezione causata da un gran numero di batteri (lo stafilococco tra i più comuni) che penetrano nelle ossa, corrodendole, attraverso fratture, ferite o per via di infezioni in altre parti del corpo. Colpisce soprattutto i bambini in età prepuberale, circa 3-4 ogni 100.000, è più frequente nelle ossa degli arti e si manifesta con sintomi molto vari tra cui febbre, dolore nell’area dell’infezione, tumefazione e difficoltà di movimento. L’individuazione del batterio responsabile è spesso complessa: in attesa dell’esito delle indagini di laboratorio e imaging, ai bambini con osteomielite viene somministrata una terapia empirica per poi passare alla cura specifica. La diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato sono fondamentali per minimizzare il rischio di complicanze gravi.

Osteomielite pediatrica. Lo studio di revisione

Il lavoro di analisi sistematica della letteratura scientifica sulla ‘osteomielite ematogena acuta non complicata’ è durato circa 2 anni ed è stato coordinato dal Bambino Gesù, il Centro che oggi gestisce la più ampia casistica nazionale (circa 80 bambini all’anno). Lo studio, il primo in Italia e uno dei pochi al mondo di così ampia portata, ha preso in esame oltre 4.500 articoli scientifici. La revisione è stata curata da un gruppo di 40 specialisti, pediatri e ortopedici, di diverse strutture ospedaliere e Università italiane con il supporto di tre Società Scientifiche (SIP – Società Italiana di Pediatria, SITIP – Società Italiana di Malattie Infettive Pediatriche e SITOP – Società Italiana di Traumatologia e Ortopedia Pediatrica).

Una guida per i pediatri

Il risultato dello studio è una guida per i pediatri: indicazioni chiare e condivise per gestire l’infezione intervenendo in tempi rapidi con esami diagnostici mirati e terapie appropriate. Le tabelle incluse nello studio, infatti, elencano i batteri più comuni in Italia (i patogeni responsabili della malattia variano da Paese a Paese), descrivono il grado di efficacia (penetrazione ossea) degli antibiotici, indicano i farmaci facilmente reperibili, di costo contenuto e semplici da usare più appropriati per fascia d’età, i tempi e le modalità di somministrazione (orale, endovenosa). Il lavoro contiene anche raccomandazioni specifiche per la terapia empirica a cui si ricorre in attesa di conoscere il batterio responsabile dell’infezione e che rappresenta una fase cruciale del processo di cura.

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