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Donne medico, in Campania sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia

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Si parla molto di pari opportunità e di favorire l’inserimento lavorativo delle donne. Belle parole e tante buone intenzioni che troppo spesso non si traducono in fatti concreti. L’esempio, negativo, arriva dalla Campania e in particolare dal mondo della medicina. Stando ai dati emersi da uno studio del Gruppo Donne Anaao Campania, presentato nel corso del convegno dal titolo «Precarietà lavorativa: ipotesi di guida per la tutela dei diritti negati della donna lavoratrice», sono quasi 600 le donne medico che in regione sono costrette a vivere nel precariato e obbligate a scegliere tra carriera e lavoro. In altre parole, le donne che indossano il camice sono spesso costrette a scegliere tra il lavoro e la famiglia, e anche quando scelgono il lavoro vivono condizioni di forte disagio.

I dati

Scioccanti i dati emersi. L’indagine, svolta sulle donne medico e più in generale sulle donne che lavorano nel comparto della sanità (quindi anche biologhe, farmaciste, psicologhe e così via) ha censito ben 576 donne costrette a vivere di precariato. Un numero enorme se si considera che questa condizione riguarda in Campania il 47% circa del totale dei precari della sanità. «Dalle indagini condotte – spiega Marlene Giugliano, Responsabile del Gruppo Donne Anaao Campania – abbiamo scoperto che addirittura il 24% delle iscritte Anaao vive questa difficoltà e che l’85% delle intervistate riesce a malapena a conciliare lavoro e vita privata». Dramma nel dramma è che si parla di donne che in media hanno 50 anni e che non possono contare su alcun aiuto concreto da parte delle istituzioni pubbliche, tantomeno su un sistema di welfare che in Campania non prevede strutture idonee per le lavoratrici della sanità, quali ad esempi gli asili nido aziendali. Un tema molto caro al segretario regionale Anaao Bruno Zuccarelli. «Garantire pari opportunità alle donne  – dice – è prima di tutto una questione di civiltà. La sanità campana purtroppo è strangolata da anni da tagli lineari e solo ora si inizia ad intravedere una via d’uscita. Per l’Anaao sostenere l’impegno e la professionalità dei medici è un impegno imprescindibile, ancor più quando questa professionalità è legata al contributo di valenti professioniste. Non è tollerabile che nel 2016 queste donne debbano ancora scegliere se seguire la passione per la professione medica o se costruire una famiglia».

Le azioni da mettere in campo

«Per far fronte a questa emergenza – dice la dottoressa Giugliano – è determinante arrivare al più presto allo sblocco del turnover e quindi alla stabilizzazione dei precari. Solo così si potrà adeguare le dotazioni organiche ai carichi di lavoro. E’ necessario anche garantire la sostituzione dei dirigenti durante il periodo di astensione obbligatoria per maternità o paternità (come avviene per gli insegnanti) e poi si dovrebbero applicare le norme già esistenti come la flessibilità oraria, tutoring ed accorpamento delle ore, adeguamento della normativa sul part-time. Per non parlare dell’esigenza di creare asili nido aziendali per consentire la conciliazione dei tempi casa lavoro».

 

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